"Il contrasto all’evasione – ha aggiunto Befera – è sicuramente importante nei momenti di crescita economica. Diventa ancor più determinante nei momenti di crisi, come quello attuale, quando la concorrenza sleale rischia di essere un fattore che taglia fuori dal mercato le imprese sane".
Il direttore vicario dell’Agenzia, Marco Di Capua, ha illustrato più in dettaglio i dati relativi ai controlli effettuati nel 2008 che dimostrano come la lotta all’evasione sia cresciuta sia negli incassi sia nel numero di interventi messi in campo. Le somme recuperate a seguito dell’attività di accertamento in senso stretto ammontano a 3,7 miliardi di euro (+ 28% rispetto al 2007, anno in cui il riscosso è arrivato a quota 2,9 miliardi), di cui 1,2 miliardi provengono da ruoli e 2,5 da versamenti diretti effettuati spontaneamente dai contribuenti senza che venisse attivata la riscossine coattiva.
Circa 645mila gli accertamenti in materia di imposte dirette, Iva e Irap, con un incremento del 29% rispetto al 2007, quando erano stati poco meno di 500mila. Da tali attività è risultata una maggiore imposta accertata per 20,3 miliardi di euro (il 40% in più sul 2007), così distribuita per tipologia di contribuenti: 1.651 milioni di euro nei confronti dei grandi contribuenti (quelli con ricavi superiori ai 100 milioni di euro), 3.972 milioni per le imprese di medie dimensioni (con ricavi compresi tra i 5 e i 100 milioni di euro), 11.890 milioni per le imprese di piccole dimensioni (con ricavi al di sotto dei 5 milioni di euro) e i lavoratori autonomi, 2.806 milioni per le persone fisiche.
Anche le attività istruttorie esterne sono sensibilmente aumentate: ammontano a 16.306 le verifiche e i controlli effettuati lo scorso anno, con un incremento percentuale del 44% nei confronti degli 11.306 interventi messi in campo nel 2007.
Gli accertamenti definiti nel 2008 per adesione o acquiescenza sono stati 263.616, il 5% in più del 2007, per una maggiore imposta definita pari a 1.462 milioni di euro. Il + 58% rispetto al 2007 (quando la maggiore imposta definita si era attestata a quota 927 milioni) testimonia significativamente la migliorata qualità degli accertamenti eseguiti.
Estremamente proficua anche l’attività di contrasto ai fenomeni fraudolenti (in particolar modo in ambito Iva), con 480 istruttorie esterne (nel 2007 erano state 395) che hanno consentito di constatare una maggiore Iva per 669 milioni di euro, un maggiore imponibile ai fini delle imposte dirette per 1.181 milioni di euro e un maggior imponibile Irap per 1.124 milioni di euro (i risultati del 2007 erano stati rispettivamente 91, 251 e 180 milioni di euro).
Luigi Magistro, direttore dell’Accertamento, ha poi presentato le attività programmate e gli obiettivi fissati per il 2009: "riscuotere 7,2 miliardi di euro attraverso l’impiego del 50% delle risorse umane dell’agenzia delle Entrate".
In particolare, l’Agenzia provvederà al tutoraggio dei soggetti "grandissimi", ossia le imprese con volume d’affari o ricavi non inferiore a 300 milioni di euro, nei confronti dei quali il decreto "anticrisi" (Dl n. 185/2008) ha disposto controlli sulle dichiarazioni dei redditi ed Iva entro l’anno successivo a quello di presentazione.
Per quanto riguarda le imprese di grandi e medie dimensioni, è previsto un forte incremento qualitativo dell’attività di accertamento attraverso selezioni più mirate realizzate mediante specifiche analisi del rischio di evasione/elusione, differenziate per i vari comparti economici.
Particolare attenzione, inoltre, verrà dedicata all’utilizzo mirato delle indagini finanziarie e al contrasto delle compensazioni con crediti inesistenti (passate da 23 miliardi nel 2005 a 29 miliardi nel 2008). Un fenomeno, quest’ultimo, che l’Agenzia si impegna a stroncare, trattandosi di denaro sottratto non all’erario ma ai contribuenti onesti che potrebbero utilizzarlo per maggiori compensazioni.
Per quanto riguarda infine i contribuenti persone fisiche – ha concluso Magistro -, l’obiettivo è incrementare sensibilmente gli accertamenti sintetici nei confronti di quei soggetti per i quali risultano appurate evidenti manifestazioni di capacità contributiva incompatibili con i redditi dichiarati, e contrastare i fenomeni di estero-residenza fittizia, anche grazie alla collaborazione, prevista dal legislatore, con la Guardia di finanzia e i Comuni.