Le misure di stimolo adottate dall’Italia hanno un impatto neutro sul bilancio che appare adeguato al rapporto debito/Pil. È una delle conclusioni contenute nella valutazione sui programmi di stabilità e convergenza che ha coinvolto oltre al Belpaese anche Lussemburgo, Lituania e Portogallo. La valutazione espressa oggi dall’esecutivo dell’Unione, come per gli altri 17 programmi della scorsa settimana, è stata elaborata in un contesto di grave recessione economica. In particolare per il 2009 è previsto comunque un deterioramento delle posizioni di bilancio di tutti e tre gli Stati. Per l’Italia la Commissione europea sottolinea che le misure di stimolo adottate dal governo possono essere considerate adeguate al rapporto debito/Pil molto elevato e sono ampiamente in linea con il piano europeo di ripresa economica. I dati di disavanzo e debito potrebbero essere superiori alle proiezioni se la crescita economica dovesse risultare inferiore al previsto e nel caso in cui dovessero verificarsi sfondamenti dei limiti di spesa. Eventuali ricapitalizzazioni di banche porterebbero a un ulteriore incremento del debito pubblico lordo.
Le tre direttrici lungo cui muoversi
L’esecutivo Ue ha comunque invitato l’Italia a muoversi lungo tre direttrici: attuare le misure di bilancio per il 2009 come previsto e realizzare con determinazione il percorso di aggiustamento strutturale stabilito nel periodo di riferimento del programma. L’Italia, una volta superata la crisi, deve comunque proseguire nell’opera di risanamento finanziario per fare in modo che il rapporto molto elevato debito/Pil possa essere dirottato su un percorso di discesa costante garantendo la sostenibilità delle finanze pubbliche a lungo termine. Altrettanto importante è per la Commissione la politica di governance di bilancio e lo sviluppo di un nuovo quadro per il federalismo fiscale che, oltre a garantire la responsabilità dei governi locali, supporti la disciplina di bilancio. Infine un altro elemento da non trascurare è il miglioramento della qualità delle finanze pubbliche che permetta di concentrarsi sull’efficienza e la composizione della spesa, anche riallocando quella sociale. In questo modo si potrebbero liberare risorse per un sistema di sussidi di disoccupazione ampio e uniforme capace di garantire incentivi al lavoro appropriati e politiche di attivazione efficaci, senza compromettere il processo di risanamento finanziario. Per ulteriori approfondimenti su dati e cifre riportati nel rapporto
Fisco Oggi