Una nuova Svizzera, nel pieno hinterland partenopeo. L’analogia, ai più, apparirà quanto meno inusuale. Eppure, dai dati elaborati da contribuenti.it e presentati a Capri nel corso della Kermesse Fisco Tour Estate, emergono scenari inquietanti su Napoli – e in particolare Scampia – e il suo rapporto con il fisco.
I numeri, prima di tutto: a Scampia operano 13 mila imprese, di cui 8.600 riconducibili a imprenditori cinesi, che le gestiscono attraverso prestanomi. Ottomila e seicento partite Iva di matrice orientale, con aziende che operano in tutti i settori industriali, dall’abbigliamento ai giocattoli, passando per i detersivi.
Un piccolo, grande paradiso fiscale all’ombra del Vesuvio, tanto da far sostenere che “analizzando i dati, per conto di una multinazionale italiana, è emerso che conviene aprire la sede legale a Napoli – anziché a Zurigo o le Bahamas, classici paradisi fiscali – dove il 50% delle società non pagano le tasse, con punte record del 98% a Scampia”.
Qui, nel famigerato quartiere raccontato da Roberto Saviano, l’illegalità è all’ordine del giorno. E i numeri parlano chiaro: per 70 mila abitanti, operano ben 6.600 imprese individuali, 5.100 società di capitali e 1.300 società di persona.
Fonte: contribuenti.it