La comunicazione dei beni concessi in uso ai soci viene abrogata a decorrere dal 2017, questo quanto previsto dal maxi emendamento al decreto Milleproroghe approvato il 16 febbraio 2017 dal Senato.
La disposizione contenuta nel maxi emendamento non abroga la norma contenuta nell’articolo 67, lettera h-ter), del Tuir, la quale prevede che costituisce reddito diverso la differenza tra il valore di mercato e il corrispettivo annuo per la concessione in godimento di beni dell’impresa a soci o familiari dell’imprenditore, ma prevede l’abolizione del solo obbligo formale, ovvero all’articolo 2 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, i commi 36-sexiesdecies e 36-septiesdecies sono abrogati.
In un’ottica di antievasione, i suddetti commi abrogati prevedevano l’obbligo di comunicare con invio telematico all’Agenzia delle Entrate, i dati anagrafici dei soci o dei familiari che avevano ricevuto in godimento i beni dell’impresa per un corrispettivo annuo inferiore al valore di mercato del diritto di godimento.
Allo stesso tempo viene eliminata anche la norma che affidava all’Agenzia delle Entrate il compito di controllare sistematicamente la posizione delle persone fisiche che avevano utilizzato i beni concessi in godimento, tenendo conto, ai fini della ricostruzione sintetica del reddito, dei finanziamenti e delle capitalizzazioni a favore della società.
Fonte: Fisco e Tasse