Il cd. Job act per i lavoratori autonomi approda oggi alla Camera per passare poi al Senato, dopo piu’ di un anno di gestazione. Il primo decreto è stato infatti presentato dal governo l’8 febbraio 2016 il n. 2233.
Il Disegno di Legge aveva ricevuto il via libera dal Senato a novembre, ma la crisi del governo Renzi aveva stoppato l’iter normativo.
Il Jobs act lavoratori autonomi prevede un insieme di tutele specifiche per le partite Iva e i collaboratori, e disciplina in maniera organica il lavoro agile o smart working, già presente nel nostro sistema ma senza una disciplina comune a tutti.
Il Ddl è composto da 22 articoli e contiene norme a tutela dei lavoratori con partita IVA. In generale dovrebbe consentire ai professionisti di
- dedurre integralmente, entro un tetto annuo massimo di 10mila euro le spese per iscrizione a master, corsi di formazione e convegni;
- dedurre fino a 5000 euro all’anno le spese per i servizi personalizzati di certificazione delle competenze, orientamento, sostegno all’autoimprenditorialità.
- dedurre integralmente l’assicurazione contro il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro.
- godere dell’esenzione da irpef per le spese per l’esecuzione di un incarico conferito e sostenute direttamente dal committente
- usufruire dei congedi parentali fino a 6 mesi (per gli iscritti alla gestione separata Inps) entro i primi tre anni di vita del bambino.
- tutele del rapporto di lavoro in caso di malattia, infortuni e gravidanza
- è prevista l’assimilazione dei professionisti alle Pmi per l’accesso ai fondi europei
- i lavoratori autonomi potranno accedere agli appalti pubblici
- tutele per l’incasso dei compensi che dovrà avvenire nel termine di 60 giorni dalla richiesta di pagamento
- viene definito per la prima volta lo smart working o lavoro agile una particolare modalità di svolgimento del lavoro subordinato
- la Dis-coll indennità di disoccupazione per i collaboratori diventa strutturale e viene estesa ad assegnisti e dottorandi di ricerca con borse di studio
Fonte: Il Sole 24 Ore