Auto blu, viaggi in prima classe e telefonate private a spese dei contribuenti: ancor prima della manovra del governo, gli status symbol della casta sono finiti nel mirino di molte regioni che hanno giocato d’anticipo per recuperare risorse e (soprattutto) arginare la retorica sugli sprechi del governo locale.
Lo scorso 27 aprile, il governatore della Basilicata, con la direttiva presidenziale 1/2010, ha imposto alla giunta una serie di risparmi su auto di servizio, telefonate e quotidiani. Con il taglio delle mazzette dei giornali, ad esempio, sono stati recuperati 24mila euro all’anno.
Il consiglio regionale piemontese, invece, il 26 maggio ha votato all’unanimità un emendamento alla finanziaria regionale che ha cancellato la doppia indennità di fine mandato per i consiglieri e gli assessori esterni. Risultato: 450mila euro risparmiati nel 2010 e 3,4 milioni in tutta la legislatura.
L’Umbria, invece, ha dettato nuove regole per limitare le spese di gestione degli uffici e quelle per le trasferte. E anche le Marche si sono mosse aggiornando il codice di comportamento di assessori e dirigenti, come spiega l’assessore al Bilancio, Pietro Marcolini:
Le Regioni si schierano contro gli sprechi dei politici locali
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