Cosa cambia dal 2010 per chi acquista da fornitori stranieri

telematicaUn soggetto iva che acquisti beni o servizi da un non residente in Italia, a far data dall’inizio del nuovo anno, sarà costretto ad operare mediante reverse charge, anche laddove il fornitore non residente sia identificato o dotato di rappresentante fiscale in Italia.
Evidentemente gli operatori nazionali che acquisteranno beni o servizi dovranno accollarsi un maggiore onere in termini contabili, consistente nell’autofatturazione degli acquisti : il loro vantaggio, specularmene, sarà invece dato dal non dover assolvere l’iva ai fornitori non residenti, ma identificati o muniti di rappresentante fiscale in Italia.
Questi ultimi, non potendo più emettere fattura con iva ai loro clienti italiani, neppure potranno utilizzare in compensazione l’imposta da loro assolta sugli acquisti effettuati in Italia : saranno pertanto costretti, loro malgrado, a richiedere il rimborso dell’iva assolta sugli acquisti suddetti, andando inevitabilmente incontro a consistenti aggravi nella gestione finanziaria conseguente.
Quanto appena descritto in relazione agli obblighi di inversione contabile non trova applicazione nei casi in cui il fornitore non residente fornisca prodotti, materiali o immateriali, ad un cliente italiano utilizzando una stabile organizzazione dello stesso fornitore in Italia.
Attenzione inoltre: dal 2010, e per gli acquisti di servizi svolti in tale periodo amministrativo, sarà obbligatorio per l’acquirente nazionale presentare i modelli Intrastat relativamente agli acquisti di servizi intracomunitari, che, sino alle operazioni di competenza 2009, non rappresentavano una fattispecie che interessasse la redazione degli Intrastat.
 
 

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