"E’ la base per organizzare un progetto di vita"
MILANO – "Non credo che la mobilità di per sé sia un valore, penso che in strutture sociali come la nostra il posto fisso è la base su cui organizzare il tuo progetto di vita e la famiglia". Lo ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, chiudendo i lavori di un convegno organizzato dalla Bpm. "La variabilità del posto di lavoro, l’incertezza, la mutabilità – ha aggiunto il ministro – per alcuni sono un valore in sé, per me onestamente no".
EPIFANI: CHIEDETE A CONFINDUSTRIA
”Chiedete un commento a Confindustria”. Questa la risposta del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani a chi gli ha chiesto un commento sulle parole del ministro dell’economia Giulio Tremonti a tutela della Costituzione e del posto di lavoro fisso.
Il ministro dell’economia Giulio Tremonti e’ ”come se fosse iscritto alla Uil”. Lo sostiene il segretario generale dell’organizzazione Luigi Angeletti che ha commentato in questo modo le affermazioni del ministro sulla tutela della costituzione e del posto di lavoro fisso. ”E’ come se fosse un nostro iscritto – ha spiegato – non so se gli fara’ piacere ma e’ cosi”’.
La Cisl giudica ”condivisibili” le parole del ministro dell’Economia Giulio Tremonti sull’importanza del posto fisso ma ribadisce la richiesta di ”pagare di piu”’ la flessibilita’. ”Le parole di Tremonti sull’esigenza di avere posti di lavoro stabili – ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni – sono sicuramente condivisibili. E’ un obiettivo che inseguiamo anche noi. Oggi il problema e’ quello di superare l’idea distorta di flessibilita’. Chi e’ precario o flessibile deve essere pagato di piu’ e avere piu’ tutele e garanzie degli altri. Questo e’ un punto su cui la Cisl insiste da tempo”.
COSTITUZIONE ANCORA VALIDA, POCO APPLICATA
La Costituzione è "ancora molto valida per la parte dei principi" e un ritorno allo spirito originario può portare "a concrete e non poco remote applicazioni", ha aggiunto Tremonti, "Nella nostra Costituzione – ha argomentato il ministro – che considero ancora molto valida per la parte dei principi, c’é il confronto tra le tre diverse culture chiave che animarono lo spirito di quel tempo: quella cattolica, quella comunista e quella liberale". Tremonti ha poi indicato l’articolo sulla "proprietà industriale" come "la sintesi delle tre diverse visioni".
Il ministro ha proseguito spiegando che ”a parte alcuni passaggi che possono sembrare un po’ ingenui, come quando si parla ancora di carbone, ce n’e’ uno fondamentale ossia che la repubblica tutela e regola il risparmio e favorisce l’accesso alla proprieta’ dell’azionariato popolare dei grandi complessi produttivi del Paese”. L’evoluzione delle cose, secondo Tremonti, ha fatto si’ che ”la Costituzione non sia stata pienamente applicata” in quanto ”c’e’ stata una rotazione rispetto ai principi formulati allora che ha portato ad un grande favore per i titoli di debito sfavorendo quelli di proprieta”’. Un fatto che ha portato al ”controllo del sistema bancario sulla grande proprieta’ industriale”. Il ministro ha concluso il suo ragionamento affermando che ”un ritorno alla Costituzione attraverso queste riflessioni ci puo’ portare a concrete e non poco remote applicazioni”.
Fonte : ANSA