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Commissioni Tributarie: cambiano gli importi per il rilascio di documenti

Cambiano gli importi dovuti per il rilascio di copie di atti e documenti da parte delle Commissioni tributarie.
Con la pubblicazione del decreto ministeriale 27 dicembre 2011 sulla Gazzetta Ufficiale n. 50 del 29 febbraio 2012, entrano in vigore dall’1 marzo le nuove tariffe da applicare alle diverse tipologie di atti e documenti inerenti il processo tributario.

Le spese per il rilascio di copie di atti o documenti da parte degli uffici di segreteria della Commissione tributaria centrale, delle Commissioni tributarie provinciali e regionali e delle Commissioni di primo e di secondo grado delle province di Trento e Bolzano sono a carico del richiedente e vengono riscosse, all’atto della presentazione della domanda, con l’applicazione di marche da bollo ordinarie sulla richiesta da parte dell’ufficio di segreteria a cui è stata inoltrata la domanda. Continua a leggere

Contributo di solidarietà: quando e come versarlo

Il contributo di solidarietà è dovuto, da tutti i soggetti passivi Irpef (compresi i non residenti per i redditi prodotti nel territorio dello Stato), sulla parte di reddito eccedente i 300mila euro lordi annui, nella misura del 3%. È determinato in sede di dichiarazione dei redditi e si versa in unica soluzione insieme al saldo Irpef di giugno. Operativo a partire dal 1° gennaio 2011 e fino al 31 dicembre 2013, è deducibile dal reddito complessivo.
La nuova misura è stata introdotta con la “manovra di Ferragosto” (Dl 138/2011) per cercare di raggiungere gli obiettivi di finanza pubblici concordati in sede europea e potrà, quindi, essere prorogata anche per gli anni successivi. Con il decreto del ministro dell’Economia e delle Finanze del 21 novembre 2011 sono state definite le modalità tecniche di attuazione.
Le prime “istruzioni” sul contributo di solidarietà arrivano dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 4/E del 28 febbraio. Continua a leggere

Il TFR superiore al milione di euro sconta la tassazione ordinaria

Con il decreto “Salva Italia” (articolo 24, comma 31, Dl 201/2011), la parte di Tfr o, più in generale delle indennità o dei compensi connessi alla cessazione dal servizio, eccedente il milione di euro, finiscono nel calderone del reddito complessivo e, quindi, abbandonano la tassazione separata per quella ordinaria.
Nella circolare n. 3/E del 28 febbraio, l’Agenzia delle Entrate chiarisce come procedere per il calcolo.
Il via al nuovo criterio a partire dalle somme riscuotibili dal 1° gennaio 2011.
 
Redditi e contribuenti interessati, compensi esclusi
Secondo il Tuir, il Tfr e le altre indennità di fine rapporto lavoro (dipendente o con contratto di collaborazione coordinata e continuativa) seguono, per il fisco, una strada autonoma rispetto alle normali retribuzioni usufruendo, per questo, di una tassazione separata (articolo 17, comma 1, lettere a) e c), del Tuir).
La norma, però, è stata recentemente “ritoccata”. Continua a leggere

Cessazione Partite IVA inattive: regolarizzazione facile entro il 31/03/2012

Definizione delle liti fiscali pendenti, chiusura agevolata delle partite Iva inattive, franchigia per i lavoratori “frontalieri”, detrazioni per carichi di famiglia a favore dei non residenti, proroga fino a tutto il 2015 degli incentivi fiscali per il rientro in Italia dei giovani “cervelli”, sospensione fino al 30 giugno degli adempimenti e dei versamenti tributari e contributivi per i contribuenti colpiti da eccezionali eventi atmosferici. Sono alcuni degli argomenti “trattati” dall’articolo 29 (“proroghe di termini in materia fiscale”) del decreto n. 216/2011, la cui legge di conversione (n. 14/2012) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, Supplemento ordinario n. 36.
 
Definibili le liti pendenti al 31 dicembre 2011
Riaperta e allargata la possibilità di definire in via agevolata le liti pendenti “minori”, di valore (dato dalla sola imposta richiesta, senza considerare sanzioni e interessi) fino a 20.000 euro. Continua a leggere

Codici tributo per l’attribuzione della rendita d’ufficio

In pista di lancio i codici tributo necessari per pagare gli importi dovuti a seguito dell’attribuzione d’ufficio, da parte dell’Agenzia del Territorio, della rendita presunta agli immobili, relativamente ai quali i rispettivi proprietari non hanno provveduto alla presentazione della dichiarazione di aggiornamento catastale (articolo 19, comma 10, Dl 78/2010).
Ad istituirli, la risoluzione n. 19/E del 27 febbraio.

La risoluzione fa seguito al provvedimento congiunto Agenzia delle Entrate – Agenzia del Territorio, del 24 febbraio, che ha definito le modalità e i termini per l’attuazione delle disposizioni contenute nel decreto ministeriale dell’8 novembre 2011, con il quale il sistema del versamento unitario tramite modello F24 (articolo 17, Dlgs n. 241/1997) è stato estese, tra l’altro, al pagamento dei tributi speciali catastali e dei relativi interessi, sanzioni e oneri accessori dovuti per l’inosservanza della normativa catastale. Continua a leggere

Irap: entro fine mese la scelta del regime più conveniente

Opzione Irap: ultimi giorni per individuare il regime più favorevole. Entro mercoledì 29 febbraio, imprese individuali e società di persone, che rientrano nell’ambito di applicazione dell’articolo 5-bis del Dlgs 446/1997 e che operano in contabilità ordinaria, possono scegliere di calcolare il valore della produzione netta ai fini Irap secondo le modalità utilizzate dai soggetti Ires. Appurata la convenienza, devono comunicare la decisione (direttamente o tramite intermediario abilitato) all’Agenzia, servendosi del canale telematico. Sul sito delle Entrate è disponibile uno specifico modello, approvato al tempo dell’introduzione dell’agevolazione (provvedimento 31 marzo 2008). Continua a leggere

Comunicazione annuale dati IVA: scadenza in vista

Scade mercoledì 29 febbraio l’ appuntamento con la comunicazione dati Iva. L’obbligo riguarda i titolari di partita Iva tenuti alla presentazione della dichiarazione annuale. Nella comunicazione il contribuente deve riportare i principali dati riepilogativi delle operazioni imponibili, non imponibili ed esenti, effettuate nel 2011.
 
L’adempimento, previsto dalla normativa comunitaria, consente di effettuare il calcolo delle “risorse proprie” che ciascuno Stato membro deve versare al bilancio comunitario. Trattandosi di una comunicazione di dati, non ha nulla a che vedere con la dichiarazione Iva per determinare l’imposta dovuta. La natura non dichiarativa della comunicazione fa sì che non siano valide le sanzioni previste in caso di omessa o infedele dichiarazione e non sia possibile ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso. Sono invece applicabili le sanzioni amministrative – da un minimo di 258 euro a un massimo di 2.065 euro – per l’omessa comunicazione o per l’invio della stessa con dati incompleti o inesatti. Continua a leggere

Chiusura semplificata per le partita iva inattive

Continua l’attività di analisi dell’Agenzia delle Entrate sul mondo delle partite Iva, per individuare le posizioni “dimenticate” e quindi solo formalmente attive. A questo proposito, il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha ricordato che la “manovra di luglio” (Dl 98/2011) ha previsto la possibilità, per i soggetti che non hanno comunicato la cessazione dell’attività entro i 30 giorni previsti, di sanare la violazione versando spontaneamente con F24, entro il 31 marzo, un importo pari a 129 euro (ovvero un quarto della sanzione minima dovuta), senza presentare il modello AA7 (soggetti diversi dalle persone fisiche) o AA9 (imprese individuali e lavoratori autonomi). Inoltre, lo stesso decreto legge ha previsto che la partita Iva possa essere revocata, con provvedimento da notificare al contribuente, qualora non vengano effettivamente svolte le attività per le quali è stata attribuita o non sia stata presentata, negli ultimi tre anni, la dichiarazione annuale. Continua a leggere

Controllo on line dei codici fiscali per scoprire eventuali truffe

“Negli ultimi anni – ha detto il direttore dell’Agenzia – si è evidenziato un incremento degli episodi di frode correlati alle richieste di attribuzione di codice fiscale da parte di soggetti che presentano documenti di identità risultanti ex-post, falsi o contraffatti”. Codici fiscali che vengono poi utilizzati anche da parte di vere e proprie organizzazioni criminali, sia per frodare il fisco sia per truffare banche e finanziarie. In particolare, è possibile passare al setaccio le posizioni sospette, grazie ad alcune caratteristiche ricorrenti, per individuare e “marcare” quelle false.
Sempre con riguardo al codice fiscale, l’Agenzia ha dato attuazione a quanto disposto dal decreto legge 78/2010, rendendo disponibile sul proprio sito internet un servizio ad accesso libero che permette di verificare in tempo reale l’esistenza e la corrispondenza tra un codice fiscale e i dati anagrafici di un soggetto, confrontando i dati inseriti con quelli registrati in Anagrafe tributaria. Continua a leggere

Anagrafe Tributaria: Un database con 40 anni di dati

L’Archivio dei codici fiscali e delle partite Iva rappresenta il cuore dell’intero sistema informativo dell’Anagrafe tributaria (AT) e il punto di riferimento per tutte le amministrazioni, gli enti pubblici e privati per il corretto riconoscimento di persone fisiche e soggetti diversi.
Un “cervellone” di circa 40 anni (il primo impianto della base dati, infatti, risale agli anni ’70) che tiene memoria di quasi 90 milioni di codici fiscali di persone fisiche (di cui quasi 17,5 milioni di soggetti deceduti), circa 2,4 milioni di codici fiscali di soggetti diversi (di cui circa 151mila relativi a soggetti estinti) e quasi 26 milioni di partite Iva (di cui circa 17 milioni cessate), alimentato in tempo reale dagli uffici dell’Agenzia, dai Comuni, da Sportelli per l’immigrazione, Questure, Consolati, Servizi telematici dell’Agenzia e Registro delle imprese. Continua a leggere

Cartoni animati per spiegare le novità in materia tributaria

Farvi restare al passo con il Fisco, nella maniera meno faticosa possibile. E’ l’obiettivo che ha mosso Fiscooggi, rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate, a esplorare un ulteriore canale di informazione, diretto soprattutto a quanti, pur interessati alle questioni tributarie (chi non lo è?), per un motivo o per l’altro, corrono il rischio di perdere il contatto sia con le novità, sia con gli obblighi posti e – soprattutto – con le opportunità offerte dalle norme fiscali. Cosa si trova lungo questo canale? Semplicemente, dei video. Strumenti meno impegnativi degli articoli di approfondimento (che continueranno, comunque, ad essere il prodotto/servizio principale, offerto dalla rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate). Continua a leggere