È costato 10mila euro il biglietto di ritorno, dagli Stati Uniti in Italia, per una società con residenza legale a New York. La sesta sezione della Commissione tributaria regionale della Puglia, con la sentenza n. 72 del 6 giugno, ha accolto l’appello dell’ufficio delle Entrate di Bari 1 e ha condannato la società, attiva nel settore agroalimentare, al pagamento delle spese di giudizio per complessivi 10mila euro, oltre agli importi per sanzioni e maggiori imposte. Continua a leggere
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Controllo cooperative, a ognuno il suo
In caso di disconoscimento delle agevolazioni fiscali in favore di cooperative, la richiesta di parere da parte dell’agenzia delle Entrate all’autorità di vigilanza non solo è facoltativa, ma anche inopportuna.
Vediamo di seguito perché.
La tesi dell’obbligatorietà del parere in questione è innanzitutto superata, in modo chiaro e pacifico, dalla consolidata giurisprudenza di legittimità.
La Cassazione, infatti, con la sentenza 5273/2004, dopo aver richiamato l’eccezione dell’allora ricorrente banca cooperativa, che aveva contestato l’obbligatorietà del parere dell’organo di vigilanza (nel caso di specie, della Banca d’Italia), ha ritenuto la doglianza formulata dal ricorrente non fondata, ricordando come “ Continua a leggere
Fa centro la verifica
Il ricorso all’accertamento con metodo induttivo non altera l’ordinaria ripartizione dell’onere della prova. Conseguentemente, se all’Amministrazione finanziaria spetta dimostrare i fatti costitutivi della pretesa tributaria e della maggiore base imponibile, il contribuente deve allegare i fatti impeditivi ed estintivi di tale pretesa. Peraltro, qualora l’inesattezza, l’incompletezza o l’infedeltà dei dati esposti nella dichiarazione risultino in modo certo o diretto dagli accertamenti compiuti a carico di terzi soggetti, tali risultanze ben possono essere utilizzate nei confronti del contribuente, anche prescindendo da ispezione e verifiche presso il medesimo. Continua a leggere
F24: chi lo tarocca “paga” penalmente
La falsificazione materiale del modello F24, quando l’autore del falso è un privato, integra l’ipotesi delittuosa prevista dagli articoli 478 e 482 del codice penale. L’F24, infatti, non costituisce né atto pubblico né certificazione amministrativa, ma attestato sul contenuto di atti, in quanto documento a carattere "derivativo" del modulo di versamento di cui riporta gli estremi essenziali.
Questo, in sintesi, il pensiero espresso dalla V sezione penale della Corte di cassazione con la sentenza n. 36687 del 24 settembre. Continua a leggere
Ragionevolezza e antieconomicità, grimaldelli per l’ufficio
L’Amministrazione finanziaria può ricorrere alla determinazione induttiva del reddito imponibile, anche fuori dai casi previsti dall’articolo 39 del Dpr 600/1973, laddove sia riscontrabile una grave e ingiustificabile incongruenza fra i componenti positivi dichiarati e quelli desumibili dall’attività svolta o dagli studi di settore, anche alla luce di una sequenza di esercizi nei quali si registrano come risultati costanti perdite. Inoltre, la circostanza che le scritture contabili siano state regolarmente tenute non costituisce causa ostativa all’accertamento.
A tali conclusioni è pervenuta la Cassazione, con la sentenza n. 24436 del 2 ottobre 2008. Continua a leggere
Pvc, l’adesione agevolata si applica anche all’Irap
Il nuovo istituto dell’adesione al processo verbale di constatazione, introdotto dalla "manovra d’estate", è applicabile anche alle violazioni riguardanti Irap, addizionali Irpef e contributi previdenziali. Trova applicazione soltanto per le violazioni per le quali l’Amministrazione fiscale può procedere ad accertamento parziale e non interessa le violazioni formali. Sono questi alcuni dei principali chiarimenti forniti dall’Agenzia sul nuovo istituto finalizzato a semplificare la gestione dei rapporti tra fisco e contribuente in uno spirito di reciproca fiducia.
In sintesi, la nuova norma, operativa già per i verbali consegnati a partire dal 25 giugno 2008, data di entrata in vigore del decreto legge 112, consente al contribuente, in presenza di processi verbali di constatazione relativi a violazioni in materia di imposte sui redditi e di Iva, di accelerarne la definizione, usufruendo di una riduzione a un ottavo delle sanzioni e della possibilità di rateizzare le somme dovute senza la prestazione di garanzie. Continua a leggere
Accertamento induttivo, niente sconti senza prove
Una recente sentenza della Commissione tributaria provinciale di Firenze, la n. 80/8/08 depositata il 29 agosto, ha evidenziato l’importanza dell’obbligo di conservazione della documentazione contabile e dell’obbligo di custodia diligente delle scritture aziendali.
Analizzando il caso sottoposto all’esame della Commissione si possono trarre alcuni principi generali, di fondamentale importanza nella corretta gestione del rapporto Fisco/contribuente, anche nell’ottica delle eventuali conseguenze negative derivanti dalla mancata ottemperanza ai precisi obblighi "procedurali" richiesti dalla legge.
L’ufficio di Firenze 2 aveva disposto un accesso presso la sede di una società al fine di reperire la relativa documentazione contabile. L’accesso aveva avuto esito negativo, dato che i locali erano risultati disabitati e in stato di abbandono, senza neppure alcuna targa o insegna della società. Non essendo stata presentata alcuna dichiarazione di variazione della sede legale, l’ufficio aveva dunque provveduto a notificare un invito al rappresentante legale della società, chiedendo l’esibizione delle scritture contabili obbligatorie e delucidazioni in ordine alla sede della società. Continua a leggere
Appunti dell’amministratore: indizi gravi, precisi e concordanti
In tema di accertamento delle imposte sui redditi, la c.d. “contabilità in nero”, costituita da appunti personali e informazioni dell’imprenditore, rappresenta un valido elemento indiziario, dotato dei requisiti di gravità, precisione e concordanza.
Così hanno deciso i giudici di legittimità riguardo al contenzioso instaurato da una Srl avverso un avviso di rettifica con il quale veniva elevato il volume di affari da 142 milioni di lire a 2 miliardi e 300 milioni. Secondo la Cassazione (sentenza n. 20264/2008), tutti i documenti che registrino i singoli atti d’impresa ovvero rappresentino la situazione patrimoniale dell’imprenditore e il risultato economico dell’attività, sono da ricomprendere tra le scritture contabili (disciplinate dall’articolo 2709 cc e seguenti), e sul contribuente incombe l’onere di fornire la prova contraria. Continua a leggere
On line il modello per aderire al pvc
Parte l’adesione agevolata ai processi verbali di constatazione in materia di imposte sui redditi e Iva. Con provvedimento del direttore dell’Agenzia è stato infatti approvato il modello che i contribuenti dovranno utilizzare per comunicare l’adesione al pvc. L’istituto introdotto dal Dl 112/2008 prevede la possibilità di accettare integralmente il verbale di constatazione in cambio di una riduzione delle sanzioni ad un ottavo del minimo. Il modello, disponibile con le relative istruzioni sul sito dell’Agenzia, va inviato entro 30 giorni dalla consegna del verbale al competente ufficio delle Entrate e all’autorità che lo ha redatto.
Il nuovo istituto, rispetto all’accertamento con adesione tradizionale, esclude per il contribuente la possibilità di instaurare con l’ufficio il contraddittorio per far valere eventuali elementi che possano ridurre la pretesa erariale. Il vantaggio ad aderire è tutto concentrato nel forte sconto sulle sanzioni. Continua a leggere
Clienti, una risorsa anche per il Fisco
Piena legittimità degli accertamenti basati su dati e notizie ottenuti sia tramite indagini finanziarie sia mediante i questionari inviati dal Fisco. La conferma è arrivata dalla Cassazione, con la sentenza n. 22179 del 3 settembre 2008.
La vicenda
La controversia trae origine da un avviso di accertamento, notificato a un dottore commercialista, emesso sulla base delle risultanze ottenute dai questionari inviati ad alcuni clienti dello studio, nonché dai conti bancari intestati al professionista. Elementi, incrociati, posti dall’ufficio a fondamento e motivazione della rettifica, sebbene il ricorrente contestasse il mancato rispetto del diritto di difesa, non avendo potuto partecipare a questa fase dei controlli. Continua a leggere
Differenze inventariali, poche ma buone per il Fisco
Il riscontro di differenze di magazzino, in sede di verifica, è di per sé idoneo a far presumere l’esistenza di ricavi corrispondenti alle merci non giacenti. Non ha rilevo che la differenza sia "modesta", posto che nessuna norma di legge pone una soglia minima per l’esercizio del potere dell’ufficio di accertare una pretesa fiscale maggiore di quella dichiarata né, comunque, per non considerare ricavi i corrispettivi derivanti dalla cessione dei beni prodotti, desumibile dall’inesistenza in magazzino di quei beni. A tali conclusioni sono pervenuti i giudici di legittimità con la sentenza n. 21154 del 20 marzo 2008, depositata il 6 agosto scorso. Continua a leggere
Verifiche fiscali valide anche senza l’assistenza di un professionista di fiducia
Sono validamente utilizzabili ai fini dell’attività di accertamento dell’ufficio gli elementi raccolti in sede di verifica nell’azienda del contribuente, anche quando questi non sia stato informato della facoltà di farsi assistere dal professionista di fiducia, abilitato alla difesa dinnanzi agli organi di giustizia tributaria.
Queste, in sintesi, le conclusioni della sentenza 15397 dell’11 giugno, con la quale la Corte di cassazione ha affrontato – tra l’altro – il delicato tema dei diritti del contribuente sottoposto a verifiche fiscali.
La vicenda
A conclusione di una verifica fiscale congiunta ai fini delle imposte dirette e dell’Iva, il competente ufficio locale dell’agenzia delle Entrate aveva proceduto a rettificare per due annualità le dichiarazioni di un contribuente, richiedendo i maggiori tributi, interessi e sanzioni corrispondenti. Continua a leggere