Archivi categoria: Adempimenti

Patrocinio gratuito. Anche per i conviventi vale il reddito imponibile ai fini Irpef

Per la determinazione del reddito finalizzata a verificare lo stato di non abbienza di una persona interessata al patrocinio gratuito, non è ammesso lo scomputo delle eventuali perdite subite dai componenti del nucleo familiare nell’esercizio di un’attività di impresa.
E’ il parere fornito dall’Agenzia con risoluzione n. 387/E del 20 ottobre a una direzione regionale che chiedeva dei chiarimenti sul calcolo del reddito complessivo per il diritto all’assistenza gratuita in giudizio, nel caso in cui l’interessato al patrocinio conviva con altri familiari. Continua a leggere

“Bonus aggregazioni”: divieto d’accesso se l’operatività è ereditata

L’operatività da almeno due anni, necessaria per usufruire del cosiddetto "bonus aggregazioni", va verificata esclusivamente in relazione alle società partecipanti all’operazione. In sostanza, non va condivisa la tesi secondo cui in un conferimento, al di là degli aspetti formali, è la continuità del ramo aziendale operativo a permettere l’accesso all’agevolazione.
Così si è espressa l’agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 374/E del 6 ottobre, che ha respinto la richiesta di ammissione al bonus da parte di una società beneficiaria del conferimento di un complesso aziendale consistente nell’attività di organizzazione di eventi, esposizioni, manifestazioni, concerti, fiere e spettacoli in genere.  Continua a leggere

Partecipazione pubblica indiretta, niente esclusione dalle “non operative”

La norma (articolo 30, comma 1, numero 6-quinquies), della legge 724/1994, introdotto dalla Finanziaria 2008) che stabilisce la non applicabilità della disciplina sulle società di comodo, fra le altre, "alle società partecipate da enti pubblici almeno nella misura del 20 per cento del capitale sociale" non può essere estesa, in via interpretativa, a quelle partecipate indirettamente da enti pubblici, alle quali, nel caso di mancato superamento del "test di operatività", resta la strada dell’interpello disapplicativo.
Questa, in sintesi, la conclusione dell’agenzia delle Entrate nella risoluzione n. 373/E del 6 ottobre.  Continua a leggere

Partita Iva “ordinaria” anche per i non residenti

Un soggetto residente in un paese terzo che intende aprire un’attività economica in Italia, senza esercitare nel proprio paese alcuna professione, può richiedere la partita Iva come qualsiasi cittadino italiano indicando nel modello il domicilio fiscale del luogo in cui svolgerà la professione. In questa ipotesi, infatti, è irrilevante che la persona sia residente all’estero, in quanto l’intenzione di svolgere l’attività lavorativa e costituire il centro dei propri interessi in Italia è sufficiente per essere considerato soggetto passivo di imposta nello Stato.
Questo in sintesi il contenuto della risoluzione n. 369/E del 3 ottobre in risposta all’interpello di un cittadino residente nella Repubblica di San Marino, che intende aprire un’attività a Venezia.  Continua a leggere

Conservazione sostitutiva, nessun ostacolo all'”affidamento congiunto”

Il contribuente può affidare a più soggetti lo svolgimento dei compiti che la normativa riserva al responsabile della conservazione dei documenti fiscalmente rilevanti. Ciò in virtù della disposizione contenuta nell’articolo 5, comma 3, della deliberazione Cnipa n. 11 del 2004, secondo cui: "il procedimento di conservazione sostitutiva può essere affidato, in tutto o in parte, ad altri soggetti, pubblici o privati, i quali sono tenuti ad osservare quanto previsto dalla presente deliberazione".
E’ la sintesi della risoluzione n. 364/E del 3 ottobre.
L’agenzia delle Entrate ha, tuttavia, precisato che, anche alla luce dei chiarimenti resi con la risoluzione n. 161/E(1) del 9 luglio 2007, l’affidamento a diversi responsabili dell’incarico di effettuare la conservazione dei documenti fiscali non esonera il contribuente dal rispetto degli obblighi di natura documentale prescritti dalle disposizioni tributarie. Continua a leggere

Opzione affrancamento, basta dirlo in dichiarazione

C’è già affrancamento anche prima del versamento. L’affrancamento del saldo attivo di rivalutazione si perfeziona nel momento in cui il contribuente indica in dichiarazione dei redditi la volontà di avvalersene. Non è il versamento della prima rata dell’imposta sostitutiva a segnare l’esercizio dell’opzione, né contribuiscono a inficiarlo eventuali omissioni o ritardi nel pagamento delle somme. Gli importi non versati vengono iscritti a ruolo. Resta ferma la possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso.
Questo, in estrema sintesi, il chiarimento fornito dall’agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 362/E del 29 settembre, in materia di imposte sostitutive per la rivalutazione dei beni d’impresa, con la quale pertanto vengono superate le indicazioni espresse nella risoluzione 55/2008. Continua a leggere

La raccolta della spazzatura non è mai anonima

I gestori del servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti devono sempre comunicare all’Agenzia delle entrate i dati identificativi dell’utente. Devono essere comunicati anche quei dati – acquisiti nell’ambito dell’attività di gestione – che sono identificativi del soggetto che gestisce il servizio di smaltimento rifiuti, che identificano l’occupante-detentore dell’immobile e i dati relativi all’immobile occupato o detenuto.
Nella risoluzione n. 355/E l’Agenzia ha puntualizzato la disciplina di comportamento da assumere in caso di omessa, incompleta o infedele comunicazione da parte dell’ente gestore obbligato alla trasmissione dei dati. Continua a leggere

Per il Fisco la residenza è una questione di legami

Un contribuente che si è cancellato dalle liste anagrafiche di un Comune italiano e si è iscritto all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, dovrà versare le imposte nel Paese d’origine o in quello d’adozione? La definizione dello status di residente fiscale torna in primo piano con la risoluzione n. 351/E dell’agenzia delle Entrate, che sottolinea la necessità di valutare l’insieme dei rapporti personali e reali che una persona intrattiene con l’Italia per stabilire dove sia la sua residenza agli occhi del Fisco. La semplice cancellazione dai registri della popolazione residente e la successiva iscrizione all’Aire (l’Anagrafe italiani residenti all’estero) non bastano, infatti, per poter essere considerati fiscalmente non residenti. A questo scopo l’unico strumento valido, da utilizzare in sede di eventuale accertamento e non di interpello, consiste nel dimostrare che non si intrattiene più alcun legame significativo con la madrepatria. Solo un’attenta verifica della sfera relazionale del contribuente consente quindi di accertarne la condizione di residente all’estero. Continua a leggere

Comunicazioni rateizzate, i codici per gli interessi

Pronti i codici tributo per versare gli interessi dovuti dai contribuenti che scelgono di pagare a rate le somme comunicate dall’Agenzia a seguito dei controlli automatizzati (articoli 36-bis, Dpr 600/73, e 54-bis, Dpr 633/1972): "9002" per gli interessi sulle somme indicate con il codice tributo 9001, "9003" per quelli sulle indennità di fine rapporto e le prestazioni in forma di capitale (9526), "9004", per gli interessi sull’Irpef a tassazione separata (9527). In F24 vanno riportati codice atto della comunicazione e anno d’imposta oggetto del controllo.

Il Fisco chiama all’appello petrolieri, banche e assicurazioni

Robin Hood tax, deducibilità ridotta degli interessi passivi per banche e compagnie assicurative, inasprimento del prelievo fiscale sugli interessi corrisposti dalle coop ai loro soci e sui fondi comuni di investimento immobiliare, tassazione delle stock option. Sono alcuni degli ingredienti principali della manovra economica d’estate contenuta nel decreto legge 112/2008, approdato ieri in Gazzetta Ufficiale. Diventa strutturale il taglio delle accise per compensare il maggior gettito Iva prodotto dall’aumento del prezzo dei carburanti. Continua a leggere

Elenchi Iva riposti nel cassetto

Gli elenchi clienti e fornitori, rispolverati nel 2006 dal decreto “Visco-Bersani”, tornano in soffitta. Addio anche alla tracciabilità dei compensi per i professionisti, che non saranno più obbligati a tenere un conto corrente “dedicato”, anche se non in via esclusiva, all’attività dello studio, e potranno incassare le loro parcelle anche in contanti e non più solo tramite bonifico o strumenti elettronici. Limiti meno stringenti all’uso del contante e degli assegni senza la clausola “non trasferibile”: il paletto viene innalzato da 5.000 a 12.500 euro.
Sono alcune delle novità contenute nella “manovra d’estate” entrata ieri in Gazzetta Ufficiale. Nel decreto vengono inoltre fissati nuovi termini per la pubblicazione degli studi di settore, che, a partire dal 2009, dovrà avvenire entro il 30 settembre del periodo d’imposta nel quale entrano in vigore. Continua a leggere

Per Atecofin. NESSUNA SANZIONE SE UNICO CORREGGE I DATI IVA DI FEBBRAIO (RENATO PORTALE da IL SOLE- 24 ORE)

Nessuna sanzione se nella comunicazione dati Iva, presentata lo scorso mese di febbraio, è stato indicato un codice di attività errato ma esso è riportato, correttamente, in Unico 2008, nella dichiarazione annuale Iva 2008 o nella prima dichiarazione di variazione dati. Questo è uno dei chiarimenti forniti dalle Entrate con la risoluzione 262/E, diffusa ieri 24 giugno, riguardo la corretta indicazione dei codici di attività Ateco 2007, che dal 1° gennaio 2008, per effetto del provvedimento del direttore delle Entrate 16 novembre 2007, hanno sostituito i vecchi codici della tabella Atecofin 2004. Continua a leggere