Archivi categoria: Cassazione

La notifica dell’atto tributario è valida anche se la firma è illeggibile

In tema di notificazione a mezzo del servizio postale, laddove dall’avviso di ricevimento non risulti che il piego è stato consegnato a persona diversa dal destinatario dell’atto, deve ritenersi che la sottoscrizione – ancorché illeggibile – apposta nello spazio riservato alla firma del ricevente sia stata apposta dal destinatario medesimo.
Questo, in sintesi, il principio di diritto espresso dalle Sezioni unite della Cassazione – chiamate a pronunciarsi in merito a una questione di massima di particolare rilevanza a seguito di una ordinanza di rimessione della terza sezione civile – con la sentenza n. 9962 dello scorso 27 aprile.
La pronuncia, riguardando la disciplina generale delle notificazioni, esplica i suoi effetti anche in materia tributaria. Continua a leggere

Dichiarazione Infedele: Commercialista responsabile al 50%

Per evitare ogni tipo di responsabilità, il commercialista deve sempre osservare la diligenza richiesta dalle specifiche disposizioni normative e dalla deontologia professionale; ne deriva l’obbligo di verificare, in particolare, la correttezza delle informazioni rese dal cliente nonché di escludere dalla dichiarazione dei redditi eventuali oneri privi della relativa documentazione giustificativa.
Questo il principio affermato dalla terza sezione civile della Corte di cassazione nella sentenza n. 9916 del 26 aprile.

I fatti di causa
Un commercialista impugna in Cassazione la sentenza della Corte di appello di Trieste (confermativa della decisione di primo grado del Tribunale di Udine) che, per un verso, ha accolto, seppur in parte, la domanda di risarcimento danni da responsabilità professionale, avanzata da un contribuente contro il professionista ricorrente e, dall’altro, ha rigettato la domanda di manleva proposta da quest’ultimo contro la compagnia di assicurazioni. Continua a leggere

Contratto simulato, recupero reale. In Campania vittoria da 20 milioni

Il giudice napoletano dà ragione all’ufficio di Nola su una frode Iva attuata da società dello stesso gruppo
E’ simulato il contratto, non registrato e privo di data certa, riguardante un generico e imprecisato incarico di ricerca di immobili in un periodo limitatissimo di tempo (meno di due mesi), che non ha avuto concreta attuazione. La Ctr di Napoli ha così accolto l’appello dell’Agenzia delle Entrate di Nola, a bloccare una frode Iva messa in atto da società dello stesso gruppo.

Il fatto

Il 30 ottobre 2002 veniva stipulato un contratto preliminare di compravendita di cosa futura, con il quale due società dello stesso gruppo e con la quasi identica compagine sociale, si impegnavano a vendere e ad acquistare immobili di notevole valore. Il preliminare conteneva una serie di clausole impossibili da realizzarsi, relative sia a caratteristiche estrinseche e intrinseche degli immobili, sia al termine risolutivo del contratto definitivo, fissato al 31 dicembre 2002. Continua a leggere

Se c’è sentimento c’è donazione, soprattutto senza prove contrarie

È "carta straccia" la dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante la natura di prestito tra le parti
La Ctp di Savona, con sentenze nn. 24 e 25 del 2010, ha integralmente confermato gli avvisi di liquidazione e irrogazione di sanzioni emessi dall’ufficio di Albenga per il recupero dell’imposta sulle donazioni relativa a due consegne di rilevanti importi in assegni circolari da un soggetto alla propria fidanzata, da quest’ultima successivamente utilizzati per l’acquisto di un immobile.

I fatti
L’attività dell’ufficio aveva origine da un questionario nel quale si chiedeva alla contribuente di fornire documentazione e chiarimenti in ordine all’acquisto di un immobile (incompatibile con i redditi dichiarati nell’anno e negli anni precedenti): in occasione del conseguente contraddittorio, la contribuente spiegava e documentava che il proprio fidanzato, con diversi assegni circolari (consegnati in due distinte tranche a distanza di circa sei mesi l’una dall’altra), aveva "fornito Continua a leggere

I fondi patrimoniali familiari non sempre sfuggono al Fisco

Le chance di esecuzione coattiva dell’Amministrazione sui beni eletti alla salvaguardia domestica
L’articolo 167 del codice civilestabilisce che“Ciascuno o ambedue i coniugi, per atto pubblico, o un terzo, anche per testamento, possono costituire un fondo patrimoniale, destinando determinati beni, immobili o mobili iscritti in pubblici registri, o titoli di credito, a far fronte ai bisogni della famiglia…”. Il 170, a sua volta, poi dispone che “La esecuzione sui beni del fondo e sui frutti di essi non può aver luogo per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia”.

 
Infine, l’articolo 2901, in tema di revocatoria ordinaria, stabilisce che “Il creditore, anche se il credito è soggetto a condizione o a termine, può domandare che siano dichiarati inefficaci nei suoi confronti gli atti di disposizione del patrimonio con i quali il debitore rechi pregiudizio alle sue ragioni, quando concorrono le seguenti condizioni: Continua a leggere

Contratto preliminare o definitivo? Va letta la reale volontà delle parti

L’imposta di registro per le compravendite immobiliari prescinde dal nomen iuris attribuito al documento
Non è la comune denominazione conferita a una scrittura privata, ma la reale volontà negoziale dei relativi sottoscrittori, l’elemento utile a individuare la natura del contratto e quindi la giusta imposta di registro.
Questo è il contenuto della decisione n. 22/02/09 emessa dalla Ctp di Vercelli, conforme a un orientamento della giurisprudenza tributaria che, a sua volta, rileva e assorbe il principio civilistico distintivo tra "contratto preliminare" e "contratto definitivo".

Il contenzioso era sorto a seguito del ricorso di un contribuente che contestava le imposte di registro, catastali, ipotecarie e di bollo – ritenute "di legge" dall’ufficio – relativamente a una scrittura privata di compravendita immobiliare sottoscritta dal ricorrente in qualità di parte acquirente.

L’ufficio Entrate di Vercelli, al momento della registrazione, riteneva "definitivo" l’atto a esso sottoposto, facendolo soggiacere a imposizione in misura "proporzionale". Continua a leggere

Avviamento da cessione di azienda. Tiene banco il valore per il Registro

L’ufficio può legittimamente utilizzare ai fini Iva e Irpef il quantum accertato in altro settore impositivo
In tema di accertamento correlato alla tassazione della plusvalenza patrimoniale derivante dalla cessione di azienda, è corretto l’operato dell’ufficio che ne ha calcolato il valore sulla base del valore dell’avviamento resosi definitivo ai fini dell’imposta di registro. Spetta al contribuente superare la presunzione di corrispondenza del prezzo incassato con il valore di mercato accertato in sede di applicazione dell’imposta di registro.
A stabilirlo la Corte di cassazione con ordinanza n. 21020 del 30 settembre 2009.

L’ordinanza 21020/2009 della Cassazione
La vicenda ha origine dall’impugnativa di un avviso di accertamento congiunto Iva/Irpef a carico di una ditta individuale, che, respinta in primo grado, si è conclusa davanti alla Commissione tributaria regionale con il rigetto dell’appello dell’ufficio. Continua a leggere

La trascrizione della donazione salva il bene pignorato

Corte di Cassazione – VI sez. penale, sen. n. 38099 del 28 settembre 2009

La Corte d’Appello di Caltanissetta, con sentenza 3/6/2008, confermava la pronuncia di condanna emessa dal Tribunale di Gela nei confronti di un uomo dichiarato colpevole del reato di cui all’art. 388/3° c.p., in quanto a seguito della notifica, in data 13/10/2001, dell’atto di pignoramento immobiliare di un locale di sua proprietà, aveva donato detto bene al figlio con atto notarile del 19/10/2001.

Il Giudice distrettuale, pur rilevando che il pignoramento Continua a leggere

Condanna penale per coloro che superano la soglia di evasione

Con la sentenza 16312 del 17 aprile, la Corte di cassazione, sezione III penale, è intervenuta in tema di violazioni penalmente sanzionabili, derivanti da accertamento induttivo dei redditi di impresa, stabilendo che i dati documentali e contabili acquisiti, anche sull’ammontare dei movimenti bancari, inchiodano l’imprenditore accusato di dichiarazione infedele. Tali versamenti, infatti, costituiscono prova sufficiente per calcolare la soglia minima di punibilità richiesta dalle norme penaltributarie ai fini della condanna. La Suprema corte ha così confermato la pena detentiva nei confronti di un imprenditore che aveva eseguito ingenti versamenti sui propri conti correnti bancari, occultandone poi al fisco una parte rilevante. Continua a leggere

Le fatture faxate dal fornitore non consentono di dedurre i costi

Con la sentenza n. 4502 del 25 febbraio 2009, la Corte di cassazione è intervenuta in tema di accertamento del reddito di impresa stabilendo che la disposizione dell’articolo 22 del Dpr 600/1973 costituisce norma derogatoria dell’ordinario regime civilistico delle prove documentali in merito all’equiparazione fra originale e copia della quale non sia contestata la conformità. Continua a leggere

Notifica “raccomandata”: extra time per l’avviso di ricevimento

L’avviso di ricevimento della raccomandata con cui è stato notificato un atto di appello nel processo tributario può essere depositato fino all’udienza di trattazione della causa. Se, peraltro, il notificante si trovi incolpevolmente nell’impossibilità di effettuare il deposito entro tale termine, e la parte cui la notificazione era diretta non sia costituita in giudizio, può essere chiesto al giudice un termine per la produzione dell’avviso stesso o di un duplicato, dimostrando di averlo chiesto all’Amministrazione postale. Continua a leggere

Accertamento analitico-induttivo, sufficienti le gravi incongruenze

Con la sentenza n. 2876 del 6 febbraio 2009, la Corte di cassazione è intervenuta in tema di accertamento analitico-induttivo e di presunzioni, stabilendo che, per ritoccare il reddito dichiarato dal contribuente, l’Amministrazione finanziaria non deve ravvisare anche la precisione e concordanza degli elementi in quanto è sufficiente la loro gravità. Ciò in quanto rappresentano presunzioni legali le gravi incongruenze tra i ricavi dichiarati e quelli desumibili induttivamente. Continua a leggere