La nozione "tributaria" di impresa non coincide con quella civilistica. Ai fini fiscali, infatti, e in particolare ai fini Iva, per attività d’impresa si intende l’esercizio abituale, ancorché non esclusivo, delle attività commerciali indicate dall’articolo 2195 del codice civile, anche se non organizzate in forma d’impresa. Prescindendo, quindi, dal requisito organizzativo che, invece, costituisce elemento necessario per la qualificazione dell’impresa agli effetti civilistici. Continua a leggere
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Irreperibilità assoluta o temporanea Ogni fuga ha la sua notifica
In tema di notificazione di atti tributari le modalità indicate, rispettivamente, agli articoli 140 del codice di procedura civile e 60, primo comma, lettera e), del Dpr 600/1973, sono alternative e si escludono a vicenda. Nel primo caso, infatti, il destinatario è solo “momentaneamente assente” dal luogo in cui lo stesso, comunque, risiede. Nell’altro, invece, si realizza una ipotesi di “irreperibilità assoluta”, perché l’agente notificatore non è in grado di reperire il destinatario della notificazione che, dalle notizie acquisite all’atto della notifica, risulta trasferito in luogo sconosciuto. Continua a leggere
Fondazioni bancarie, la Cassazione chiude l’annosa questione
Negli ultimi anni vi è stato un complesso contenzioso tra Amministrazione finanziaria e fondazioni bancarie in ordine al diritto delle fondazioni stesse a usufruire dell’agevolazione della riduzione a metà dell’Irpeg prevista dall’articolo 6 del Dpr 601/73 e dell’esonero dalla ritenuta del 10% sui dividendi previsto dall’articolo 10-bis della legge 1745/1962. Continua a leggere
Cessione quote sociali: il contratto non è reale, la tassazione sì
La stipula del contratto con il quale vengono trasferite quote di una società dietro pagamento di un prezzo costituisce da sola il presupposto, prescritto dalla legge 102/1991, articolo 3, per assoggettare la plusvalenza a imposta sostitutiva, a nulla rilevando l’eventuale mancato pagamento del corrispettivo pattuito.
A tali conclusioni è pervenuta la Corte di cassazione con la sentenza 29745/2008. Continua a leggere
Con l’abuso di diritto il recupero passa dalla Carta ai fatti
I principi costituzionali della capacità contributiva e della progressività dell’imposizione, che informano l’ordinamento tributario, ostano al conseguimento di vantaggi fiscali ottenuti attraverso strumenti giuridici, l’adozione ovvero l’utilizzo dei quali sia unicamente rivolto, in assenza di ragioni economicamente apprezzabili, al risparmio d’imposta, anche laddove non ricorra alcuna violazione o contrasto puntuale ad alcuna specifica disposizione. Continua a leggere
Conformità non attestata, ricorso e appello non sono da buttare
La norma che disciplina il deposito nella segreteria della Commissione tributaria adita della copia del ricorso notificato mediante consegna o spedizione a mezzo del servizio postale, va interpretata nel senso che costituisce causa di inammissibilità non la mancanza di attestazione, da parte del ricorrente, della conformità tra il documento depositato e quello notificato, ma solo la loro effettiva difformità, conseguentemente accertata d’ufficio dal giudice.
A tali conclusioni è pervenuta la Cassazione con la sentenza n. 28676 depositata il 3 dicembre 2008. Continua a leggere
Direttamente dal fornitore, in arrivo anche l’accertamento fiscale
E’ legittima la rettifica del reddito di una società, fondata sulle risultanze dell’accertamento effettuato a carico dei fornitori (nel caso in esame, due società emittenti fatture per operazioni inesistenti).
E’ quanto emerge, sinteticamente, dalla lettura della sentenza della Cassazione n. 27637 del 21 novembre 2008.
Il ricorso alla Suprema corte da parte dell’Amministrazione faceva seguito alla pronuncia della Ctr, per la quale l’ufficio non aveva prodotto alcuna argomentazione idonea a conferire validità all’accertamento, fondato su una serie di congetture relative a soggetto diverso dall’appellato e, pertanto, a questo non opponibili. Continua a leggere
Guarda al futuro la confisca per equivalente
La confisca va qualificata in rapporto alla funzione concretamente svolta, potendo, di volta in volta, assumere il carattere di pena, di misura di sicurezza, di misura civile o amministrativa. Considerato ciò e riconosciuta la sua natura giuridica di “pena”, la confisca per equivalente, estesa dalla Finanziaria 2008 anche ad alcuni reati tributari specifici, non può trovare applicazione al di fuori dei casi tassativamente contemplati e, al contempo, non può estendersi a fatti commessi prima della sua entrata in vigore.
E’ questo il principio espresso nella sentenza n. 39172 del 20 ottobre 2008, con cui la terza sezione della Suprema corte ha proceduto a un inquadramento interpretativo della “confisca per equivalente”, escludendone l’applicabilità in via retroattiva. Continua a leggere