Il Def (Documento di economia e finanza) 2016 parla chiaro: nei prossimi 4 anni ci sarà un aggravio fiscale pari a 71 miliardi di euro. Eppure Matteo Renzi ha detto e continua a dire di aver ridotto le tasse. “Noi siamo quelli che le tasse non le aumentano, ma le riducono”, ha detto il premier. Peccato che la realtà sia diversa. Molto diversa. Continua a leggere
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Gli italiani e le tasse
Sono in totale oltre 40milioni e guadagnano in media i 20.320 euro a testa. Ecco la fotografia dei contribuenti italiani secondo le statistiche pubblicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 2015 (l’anno di imposta preso in considerazione, dunque, è il 2014). Come sempre, i dati medi vanno poi letti più nel dettaglio poiché la distribuzione dei redditi non è ovviamente uniforme. Ben il 46% dei contribuenti, cioè quasi la metà, guadagna in un anno meno di 15mila euro. Continua a leggere
Il prof di tasse e austerità ora ci regala le perle anti crisi
Un nuovo grillo parlante ha alzato la testa nel Paese con 60 milioni di commissari tecnici. Tra gli insetti loquaci, questa è una specie particolare: quella di chi sapeva tutto ma non ha fatto niente. Ora Mario Monti predica bene ma ha razzolato malissimo. Ha imposto un’austerità targata Merkel, ha taglieggiato i proprietari di case, ha creato dal nulla – lui che si ritiene un Padreterno – la categoria degli esodati, ha curato più gli interessi di Bruxelles e Berlino che quelli di Roma. Continua a leggere
Fuggire all’estero per evitare la pressione del fisco
L’imposizione fiscale è oranmaial 50% e tra i nostri conti corrente continuano a fischiare i venti di una possbile patrimoniale. Come riporta Libero, citando dati di cui anche il Giornale scrisse qualche tempo fa, il 65% dei pensionati emigra in Paesi esterni per evitare la pressione fiscale e “aumentare” il proprio assegno mensile grazie a particolari regimi fiscali. Tra questi, la Thailandia, un paese con il miglior rapporto qualità prezzo del mondo. Continua a leggere
La nota integrativa «complicata» dal formato Xbrl
La nota integrativa nel nuovo formato Xbrl rischia di ingolfare l’attività degli studi. Vediamo perché. Da quest’anno la nota integrativa cambia formato e diventa Xbrl. L’idea è venuta per uniformarla allo Stato patrimoniale e al Conto economico che da tempo sono fatti in questo formato. La nuova procedura deve essere applicata ai bilanci depositati presso le Camere di commercio dal 3 marzo. Questa novità è contenuta nel Dpcm 10 dicembre 2008 e diventa operativa a seguito del Comunicato del ministero dello Sviluppo economico pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 294 del 19 dicembre 2014 . Sulla carta sembra una decisione ragionevole, all’atto pratico però sta creando notevoli difficoltà. La nota integrativa, ricordiamo, è un documento che arricchisce con dettagli scritti le informazioni del bilancio, completando i dati contabili e spiegando il perché di determinati comportamenti. Quindi è composta non solo da numeri (come invece accade per Conto economico e Stato patrimoniale), ma anche e soprattutto da commenti scritti e tabelle esplicative, che non sono ”standardizzabili” perché legati alle singole situazioni. Una necessità che è sfuggita a chi ha imposto un formato standard e rigido a un documento che, per sua stessa natura è flessibile. Continua a leggere »