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Beni in leasing, niente Iva per gli apporti in un fondo chiuso

Proprietà e leasing pari sono, almeno ai fini Iva. I conferimenti di immobili prevalentemente locati in fondi immobiliari chiusi sono esclusi dal campo di applicazione dell’imposta sul valore aggiunto indipendentemente dal titolo giuridico in base al quale sono stati acquisiti. Dal punto di vista del trattamento tributario non sono infatti ammesse differenze tra chi possiede gli immobili oggetto di apporto in qualità di proprietario e chi li detiene attraverso un contratto di locazione finanziaria di natura traslativa come quello di leasing. In entrambi i casi, infatti, gli apporti non sono considerati cessioni di beni, alla stessa stregua dei conferimenti in società di aziende o rami d’azienda. Continua a leggere

Rimborso Iva “indebita”, solo il venditore al tavolo con l’Amministrazione

Per l’Iva pagata in misura maggiore rispetto al dovuto, è il cedente (o il prestatore del servizio) e non l’acquirente (o il committente) a essere legittimato ad agire nei confronti dell’Amministrazione finanziaria per chiedere il rimborso dell’imposta. La Corte di cassazione (sentenza n. 21214 depositata il 6 agosto 2008) è così tornata su un tema che, ancorché pacificamente risolto da costante giurisprudenza, ancora non sembra totalmente chiaro alla platea di contribuenti che si trovano costretti ad affrontarlo. Continua a leggere

La didattica sportiva non dribbla l’Iva

I corsi didattici sportivi riconosciuti da enti di promozione sportiva "sotto la vigilanza e il controllo del Coni", effettuati da associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate ai medesimi enti, non possono fruire dell’esenzione dall’Iva. Gli stessi, infatti, "non sono riconosciuti da un soggetto pubblico con le modalità previste per la specifica attività svolta né risultano specificatamente approvati e finanziati da enti pubblici".
Questa, in sintesi, la conclusione cui giunge l’agenzia delle Entrate con la risoluzione n. 382/E del 14 ottobre. Continua a leggere

La proprietà del bene è d’obbligo per il rimborso Iva “ammortizzabile”

L’associazione di imprese che, su appalto del Comune, costruisce e gestisce un complesso sportivo che rimarrà di proprietà dell’ente locale, non può richiedere il rimborso dell’eccedenza Iva relativa alle spese sostenute per l’esecuzione dell’opera. Il bene, infatti, non è ammortizzabile dal gestore dell’impianto, ma fa parte del patrimonio del Municipio.
Così risponde l’agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 372/E del 6 ottobre, al quesito posto da una società alla quale è stata affidata la progettazione, realizzazione e gestione funzionale ed economica di un centro ricreativo e culturale su un’area comunale.

La ditta istante, che è una società sportiva dilettantistica, membro dell’associazione temporanea costituitasi in occasione della gara di appalto, sostiene di avere diritto al rimborso del credito Iva maturato, secondo le modalità stabilite dall’articolo 30 del Dpr 633/1972, in quanto la norma, prevista per gli acquisti e le importazioni di beni ammortizzabili, è estendibile all’acquisizione di opere in esecuzione di contratti in appalto. Ciò si deduce, secondo la tesi dell’interpello, dalla circolare 2/1990 del ministero delle Finanze e dalla risoluzione 392/2007. Continua a leggere

Congressi in Paese Ue: per i servizi aggiuntivi l’Iva non sempre segue la prestazione principale

Gli eventi culturali-scientifici e le prestazioni di servizi specifici a essi connessi, organizzati dalla medesima società italiana in un altro Paese Ue, sono assoggettabili a Iva nello Stato membro in cui si svolge la manifestazione e non in quello in cui risiede l’ente promotore. Qualora però il soggetto che ha organizzato l’evento sia diverso da quello che eroga i servizi aggiuntivi, questi, ai fini della territorialità Iva, dovranno essere esaminati singolarmente.
Questo, in sintesi, il parere fornito dall’agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 367/E del 3 ottobre, al quesito posto da una società italiana che si occupa di organizzazione di congressi di carattere medico-scientifico. Continua a leggere

Associazioni sportive, Iva in agguato per le vendite ai soci

L’attività consistente in cessione di beni o prestazioni di servizi nei confronti dei propri associati, effettuata verso pagamento di corrispettivi specifici, rientra nell’ambito dell’attività commerciale sebbene esercitata da associazioni o enti sportivi, culturali o ricreativi, con relativa applicazione dell’imposizione fiscale, quando le cessioni di beni e le prestazioni di servizi non siano conformi ai fini istituzionali dell’ente.
Lo ha confermato la Corte di cassazione con la sentenza n. 22739 del 9 settembre 2008.

La controversia
Un’associazione sportiva dilettantistica impugnava innanzi alla Ctp un avviso di accertamento Iva, con cui l’ufficio, considerando commerciali le cessioni di beni e le prestazioni di servizi svolte, aveva recuperato l’imposta indebitamente sottratta a tassazione.
I giudici di primo grado respingevano il ricorso; favorevole al contribuente era invece la sentenza di secondo grado. Continua a leggere

La fattura è falsa? Il recupero più che reale

La fatturazione fittizia ingenera una presunzione di corrispondente vantaggio economico, che è onere del contribuente superare.
E’ questo il principio espresso dalla Cassazione con la sentenza n. 22680 del 9 settembre 2008.

L’iter giudiziario di primo e secondo grado
Un contribuente impugnava un avviso di accertamento con il quale l’agenzia delle Entrate aveva definito un maggior imponibile Irpef, recuperando a tassazione un ingente importo riferibile a fatture emesse per operazioni nella realtà inesistenti.
La Commissione tributaria provinciale accoglieva il ricorso, annullando integralmente l’accertamento in questione. Continua a leggere

Credito Iva, incedibile se da compensare

L’articolo 30 del Dpr 633/1972 prevede che, di regola, il credito Iva sia detratto, nell’anno successivo, dal debito risultante dalla dichiarazione relativa all’anno in corso. Ciò comporta che il credito si colleghi inscindibilmente alla posizione fiscale del contribuente che lo ha maturato, essendo destinato a divenire uno degli elementi determinanti dell’esistenza e della consistenza del suo debito d’imposta per l’anno successivo. Il credito Iva dichiarato da un contribuente non potrà, pertanto, concorrere alla determinazione delle detrazioni spettanti, per l’anno successivo, a un contribuente diverso, anche se questi è il cessionario dell’azienda alla quale il credito d’imposta si riferisce. Continua a leggere

Alberghi e ristoranti, detrazioni Iva con fattura alla mano

Per poter usufruire della detrazione integrale dell’Iva pagata sui servizi alberghieri e di ristorazione, è indispensabile farsi rilasciare la fattura, obbligatoria, per queste prestazioni, soltanto se espressamente richiesta dal cliente. La stessa, poi, deve risultare sempre intestata anche al committente del servizio, pur quando a fruirne è un soggetto diverso (ad esempio, il dipendente in trasferta o quando il cliente anticipa le spese per il professionista).
È una delle precisazioni contenute nella circolare n. 53/E del 5 settembre, con la quale l’agenzia delle Entrate illustra le novità contenute nel Dl 112/2008 (articolo 83, commi da 28-bis a 28-quater) in materia di prestazioni alberghiere e di somministrazioni di alimenti e bevande. Continua a leggere

Niente esenzione Iva per le gratuità apparenti

La cessione di immobili fatta da un società nei confronti di un ente pubblico non si configura quale cessione gratuita agli effetti dell’Iva, con conseguente inapplicabilità del regime di esenzione di cui al n. 12) dell’articolo 10, Dpr 633/72, qualora la stessa, pur apparendo carente di una immediata e specifica controprestazione, trova giustificazione e assume carattere oneroso nell’ambito di un’operazione complessa rilevante economicamente, inserita in un rapporto giuridico che prevede adempimenti e oneri per ciascuna delle parti interessate. Continua a leggere

Iva: da settembre detrazione piena per alberghi e ristoranti

Iva interamente detraibile su alberghi e ristoranti dal 1° settembre 2008. Dal prossimo anno, invece, deducibilità parziale per le imposte sui redditi per imprenditori e professionisti. La manovra rimodula l’articolo 19-bis1, comma 1, lettera e) del Dpr 633/72, consentendo la piena detraibilità per le somministrazioni di alimenti e bevande e le prestazioni alberghiere. La modifica adegua la normativa nazionale a quella comunitaria, dopo che la Commissione Ue ha avviato nei confronti dell’Italia una procedura di infrazione. Per tentare di arginare la perdita di gettito il diritto alla detrazione Iva è stato accompagnato dalla riduzione della deducibilità di costi relativi alle prestazioni di vitto e alloggio ai fini delle imposte dirette, previsto ora nella misura del 75 per cento. Nel medio periodo, le entrate dovrebbero restare invariate, anche se la norma potrebbe avvantaggiare o svantaggiare singoli contribuenti. Per i contribuenti minimi, per esempio, la detrazione Iva non avrà effetti e non potrà bilanciare la riduzione del costo deducibile. Continua a leggere