L’inasprimento delle misure di contrasto all’evasione internazionale, introdotte dal decreto anticrisi di luglio, in linea con analoghe iniziative intraprese da altri Paesi, rendono opportuna la riflessione sul destino dei paradisi fiscali nonché l’analisi sull’ultima opportunità di mettersi in regola, offerta dalla recente disciplina di emersione delle attività detenute all’estero.
Di questo si è parlato nel convegno organizzato dalla Guardia di finanza e dall’agenzia delle Entrate che ha avuto luogo oggi presso la caserma della GdF "Sante Laria" di Roma, moderato dal generale Michele Adinolfi, Capo di Stato maggiore del Comando generale.
La sfida ai paradisi fiscali costituisce una priorità sul piano operativo varato all’inizio del 2009 in stretta attuazione delle linee guida dettate dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, che ha sottolineato i tre elementi fondamentali di contrasto all’evasione fiscale internazionale:
1) l’adozione della presunzione relativa, in base alla quale gli investimenti di capitale e le attività finanziarie detenute in violazione delle norme sul monitoraggio fiscale in Paesi a fiscalità privilegiata o non cooperativi nello scambio di informazioni si considerano costituiti mediante redditi sottratti a tassazione, salvo prova contraria esibita dal contribuente
2) l’inasprimento del regime sanzionatorio
3) il rafforzamento della lotta all’evasione estera con la collaborazione tra agenzia delle Entrate e Guardia di finanza. Continua a leggere→