Paradisi fiscali sotto scacco. Non sfuggono al fisco nostrano i redditi prodotti da una holding residente in un paese black list che risulti collegata, attraverso un complicato gioco di scatole cinesi, a una società per azioni italiana. Sono inoltre interamente tassabili in capo a quest’ultima i dividendi percepiti dall’impresa off shore, anche se questi vengono distribuiti da una partecipata white list.
A chiarirlo è la risoluzione n. 326/E del 30 luglio, con cui l’agenzia delle Entrate passa in rassegna le disposizioni tributarie in materia di imprese estere controllate o collegate.
In sostanza, si tratta di valutare se il controllo congiunto esercitato da una joint-venture paritetica composta da due soli gruppi, di cui uno residente in Italia, su un’azienda con sede legale in un paese a fiscalità privilegiata rientri nella nozione di controllo in senso stretto oppure in quella più ampia di collegamento societario. Continua a leggere