La prima parte della circolare n. 1/E del 26 gennaio fornisce alcune precisazioni in merito alla disciplina sulla indeducibilità delle "spese e degli altri componenti negativi derivanti da operazioni intercorse tra imprese residenti ed imprese domiciliate fiscalmente in Stati o territori non appartenenti all’Unione europea aventi regimi fiscali privilegiati" (comma 10, articolo 110 del Tuir) alla luce delle novità introdotte dalla Finanziaria 2008. Continua a leggere
Archivi categoria: Paradisi Fiscali
Tassazione “trasparente” sui redditi della partecipazione indiretta
I redditi conseguiti da un soggetto estero partecipato residente in un territorio a regime fiscale agevolato sono il presupposto per l’applicazione dell’articolo 168 del Tuir che disciplina la fiscalità delle imprese estere collegate, anche nel caso in cui gli utili siano imputati direttamente alla società controllante. Lo chiarisce l’agenzia delle Entrate con la risoluzione 400/E del 23 ottobre 2008. Tassazione di trasparenza, quindi, per gli utili riferibili alla partecipazione indiretta – tramite la partecipazione alla controllante – delle società operanti in paradisi fiscali. Continua a leggere
Controllate estere: Uruguay, un paradiso
Non tutte le controllate estere vanno in paradiso. La controllata con sede in Uruguay che non rientra tra le società che svolgono attività bancaria e le holding che esercitano esclusivamente business off-shore non si può considerare residente in un paradiso fiscale. Questo, in sintesi, il parere fornito dall’Agenzia con la risoluzione n. 352/E, in risposta al quesito di un Gruppo che possiede imprese controllate estere. Le Entrate dichiarano inammissibile l’interpello, dal momento che manca un presupposto essenziale per poter parlare di impresa estera controllata localizzata in zona franca.
La società istante vuole sapere se si può disapplicare la normativa Cfc. Secondo il suo parere, infatti, il business principale che la controllata svolge in Uruguay consisterebbe in “un’effettiva attività industriale o commerciale”. Con tanto di struttura organizzativa ad hoc e personale dipendente. Continua a leggere
Le perdite realizzate in Lussemburgo non seguono la società in Italia
La società lussemburghese aveva chiesto lumi anche sul corretto valore fiscale da attribuire alle partecipazioni in società quotate alla Borsa valori italiana e sul regime fiscale da attribuire alle cessioni di partecipazioni già avvenute a seguito del trasferimento. Anzitutto è opportuno sottolineare che si tratta di una società anonima di diritto lussemburghese, costituita con la qualifica di “holding del 1929” ai sensi della locale legge 31 luglio 1929, e ammessa anche al beneficio del regime fiscale denominato régime milliardaire, regolato dal Decreto granducale del 17 dicembre 1938. Si tratta, dunque, di soggetti che in Lussemburgo godono di una serie di vantaggi fiscali tra i quali l’esclusione da qualsiasi forma di imposizione diretta sul reddito prodotto”. Continua a leggere
Dividendi di una società black list collegata imputati per trasparenza alla partecipante italiana
Paradisi fiscali sotto scacco. Non sfuggono al fisco nostrano i redditi prodotti da una holding residente in un paese black list che risulti collegata, attraverso un complicato gioco di scatole cinesi, a una società per azioni italiana. Sono inoltre interamente tassabili in capo a quest’ultima i dividendi percepiti dall’impresa off shore, anche se questi vengono distribuiti da una partecipata white list.
A chiarirlo è la risoluzione n. 326/E del 30 luglio, con cui l’agenzia delle Entrate passa in rassegna le disposizioni tributarie in materia di imprese estere controllate o collegate.
In sostanza, si tratta di valutare se il controllo congiunto esercitato da una joint-venture paritetica composta da due soli gruppi, di cui uno residente in Italia, su un’azienda con sede legale in un paese a fiscalità privilegiata rientri nella nozione di controllo in senso stretto oppure in quella più ampia di collegamento societario. Continua a leggere