Archivi categoria: Tasse

Canone Rai: chi è esentato dal pagamento e come chiederne il rimborso se è stato erroneamente pagato

E’ esente dal pagamento del canone rai chi ha almeno 75 anni d’età e ha avuto nell’anno precedente un reddito complessivo, con il coniuge, non superiore a 6.713,98 euro.
Per beneficiare dell’agevolazione è necessario, tuttavia, che nella stessa abitazione con l’ultra-settantacinquenne non vi siano altre persone diverse dal coniuge che percepiscano redditi propri. Nel caso in cui il canone sia stato versato, è possibile presentare un’istanza di rimborso scaricabile online dal sito dell’Agenzia delle entrate e da quello Rai.
I pensionati con un reddito inferiore a 18mila euro, dal 2010, possono versare la cifra dovuta anche mediante trattenuta mensile dell’Inps sull’assegno previdenziale.

Esenzioni. Il cittadino beneficiario dell’esenzione può compilare e inviare il modulo di richiesta rivolgendosi direttamente dagli uffici dell’Agenzia delle entrate. Il modulo è una dichiarazione sostitutiva che attesta il possesso dei requisiti necessari e va accompagnato da un documento di identità valido.
Chi presenta la richiesta per la prima volta deve farlo entro il 30 aprile, termine che diventa il 31 luglio se intende invece beneficiare dell’esenzione a partire dal secondo semestre. Se i requisiti permangono negli anni successivi non è più necessario presentare richiesta, mentre se decadono bisogna versare il canone spontaneamente. Chi durante l’anno attiva per la prima volta un abbonamento Rai, infine, deve inviare la richiesta di esenzione entro 60 giorni dalla data in cui sorge l’obbligo di pagare il canone.

Rimborsi. Se il beneficiario ha già pagato il canone per gli anni 2008, 2009 e 2010 può chiederne il rimborso presentando l’apposito modulo disponibile online e presso gli uffici dell’Agenzia delle entrate compilato e corredato dalla dichiarazione sostitutiva sul possesso dei requisiti richiesti per l’esonero.

Rifiuti, dal 1

Mancano poco al debutto del tributo a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani

Mancano poco più di due mesi al debutto della TARES, il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, a copertura dei costi relativi al servizio di gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti assimilati avviati allo smaltimento, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2013 a seguito della sua istituzione a opera dell’art. 14 del d.l. 201/2011.

Durante il question time alla Commissione finanze sono stati forniti alcuni chiarimenti sulle modalità di riscossione della TARES che, a quanto pare, seguirà una duplice via per quei Comuni che decideranno di adottare la tariffa puntuale.

In sostanza, il soggetto affidatario del servizio di gestione dei rifiuti urbani avrà la responsabilità di applicare e riscuotere la TARES in quanto la tariffa ha una natura corrispettiva; invece, i Comuni avranno l’onere di riscuotere le eventuali maggiorazioni, dovute per esempio alla copertura dei servizi c.d indivisibili. Perché i Comuni e non direttamente i gestori del servizio? Perché la maggiorazione TARES ha una natura tributaria. Continua a leggere

Tassa annuale per le scritture contabili: scadenza in vista

Appuntamento fiscale in vista per tutte le società di capitali, comprese quelle in liquidazione, e per gli enti che svolgono attività commerciali. Scade venerdì 16 marzo il tempo a disposizione per pagare, senza l’aggiunta di sanzioni, la tassa annuale forfetaria di concessione governativa relativa alla numerazione e alla bollatura dei libri e registri contabili.
 
Scadenza in agenda per …
Spa, Srl, Sapa, società consortili a responsabilità limitata, aziende speciali e consorzi tra enti territoriali.
La data del 16 marzo, in poche parole, va inserita nel calendario fiscale di tutti i soggetti con capitale o fondo di dotazione, aventi per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, compresi gli enti, quindi, che svolgono tali attività. Non sfuggono all’adempimento neanche le società in liquidazione ordinaria – l’obbligo persiste fino alla cancellazione dal Registro delle imprese – e quelle sottoposte a procedure concorsuali; viceversa, non devono pagare la tassa le società cooperative e di mutua assicurazione e quelle di capitali dichiarate fallite. Continua a leggere

Rateazione abbonamento RAI: Domande entro il 15 novembre

Gli abbonati Rai, con reddito annuo da pensione non superiore ai 18mila euro, hanno la possibilità di pagare il canone con tutta tranquillità, dilazionando il versamento in più rate mensili.
 
Attenzione, però, per usufruire di questa opportunità, gli interessati devono ricordarsi di chiedere, entro il prossimo 15 novembre, al proprio ente pensionistico, in qualità di sostituto d’imposta, di scalare, mese per mese, da gennaio a novembre, la quota che consentirà di ripartire, nell’arco degli undici mesi, la somma complessivamente dovuta.
 
A rate. Chi può e come fare
La possibilità di non pagare in un “sol colpo” l’abbonamento tv è stata introdotta con il Dl 78/2010 a partire dall’anno 2011. La scadenza della prossima settimana, quindi, rappresenta, in assoluto, il secondo appuntamento utile per questo tipo di agevolazione, riservata a determinate categorie di utenti, che si distinguono, per età, condizione sociale o fisica, e “censo”. Continua a leggere

Le tasse più odiate dagli italiani

Cosa ne pensano gli italiani sul fisco nazionale? E’ il primo degi articoli che pubblichiamo su questo argomento e su internet si possono attingere a sondaggi veramente molto attendibili.
Secondo i sondaggi, i balzelli più odiati dagli italiani sono: Accise su benzina, energia elettrica e metano, Tassa concessione (canone Rai), TARSU/TIA (nettezza urbana), Ticket sanitari, ICI, Tasse concessioni governative/Imposta di bollo (inclusa quella sull’auto), IRAP, IVA e Imposte sui redditi..
I balzelli

Tassa concessione scritture contabili come l’anno scorso

La tassa forfetaria annuale è dovuta da tutte le società di capitali, a prescindere dal numero di registri tenuti

 
Società di capitali chiamate in cassa per il pagamento della concessione governativa per la bollatura e la numerazione di libri e registri sociali (libro dei soci, libro delle obbligazioni, libro delle adunanze e delle deliberazioni delle assemblee, del consiglio di amministrazione, del collegio sindacale, del comitato esecutivo, delle assemblee degli obbligazionisti). Scade infatti il 16 marzo il termine ultimo per effettuare il versamento della tassa senza applicazione di sanzioni.

La tassa è dovuta in misura forfetaria ed annualmente (articolo 3, nota 3, della tariffa allegata al Dpr 641/1972) da Spa, Srl, Sapa, società consortili a responsabilità limitata, aziende speciali e consorzi tra enti territoriali; in pratica, tutti i soggetti dotati di capitale o fondo di dotazione aventi per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali, quindi anche gli enti che svolgono attività commerciali. Chiamate all’adempimento anche le società in liquidazione ordinaria fino a quando permane l’obbligo della tenuta dei libri e delle scritture contabili (cioè fino al momento della loro cancellazione dal Registro delle imprese) e quelle sottoposte a procedure concorsuali. Continua a leggere

Cause sul contrassegno SIAE in commissione tributaria

Con l’ordinanza n. 1780 del 26 gennaio, le sezioni unite della Corte di cassazione hanno stabilito che il contrassegno Siae ha natura tributaria e le cause che lo riguardano vanno instaurate davanti alle Commissioni tributarie provinciali.

 
La vicenda
Una società per azioni aveva ottenuto ingiunzione dal competente Tribunale per il rimborso di quanto corrisposto alla Siae (Società italiana autori ed editori, ente nazionale incaricato della riscossione dei diritti d’autore secondo la legge 2/2008) nel periodo 2004-2008 per il contrassegno apposto sui supporti multimediali ai sensi dell’articolo 181-bis della legge sulla protezione del diritto d’autore, la 633/1941. Nel giudizio oppositivo al decreto la società sosteneva di aver corrisposto le somme delle quali chiedeva il rimborso “in forza di un obbligo di legge dichiarato ab origine in contrasto con l’ordinamento comunitario”, giusta sentenza causa C-20/05 del 2007 della Corte di giustizia Ce sull’illegittimità del bollino. Continua a leggere

Canone RAI dilazionabile a richiesta del pensionato

I pensionati Inpdap che vogliono chiedere all’istituto di previdenza dei dipendenti della Pa di rateizzare il pagamento del canone annuale Rai per il 2011 tramite trattenute sull’assegno mensile (massimo11 rate, senza interessi) devono presentare la domanda all’ente, in qualità di sostituto di imposta, entro il 15 novembre. A indicare questa scadenza è lo stesso Inpdap nella nota 49/2010. La possibilità di pagare il canone tramite l’applicazione di rate sulla pensione, che è prevista dalla legge 122/2010 (di conversione del Dl 78) e riguarda tutti gli enti previdenziali, è rivolta ai pensionati titolari di un reddito da pensione che non supera i 18mila euro. Le ritenute saranno effettuate a partire da gennaio dell’anno prossimo. L’ultima rata sarà a novembre. L’Inpdap dovrà comunicare al pensionato, entro il 15 gennaio 2011, l’accoglimento o il rigetto della richiesta, che scatta se non è rispettato uno di questi requisiti: possesso di un abbonamento alla televisione; trattamento pensionistico in essere alla data della scadenza per la presentazione della domanda e, appunto, disponibilità di un reddito complessivo da pensione di importo pari o inferiore a 18mila euro (il limite è riferito all’anno precedente a quello della richiesta). Continua a leggere

Imposta di registro complementare. Valido l’accertamento al venditore

La pretesa erariale grava su entrambe le parti, a meno che non è dovuta per un fatto imputabile a una sola

È legittimo l’avviso di accertamento della maggiore imposta di registro notificato al venditore dell’immobile. Acquirente e venditore sono tenuti in solido, nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, al pagamento del tributo. Il fisco non può avanzare alcuna pretesa nei confronti di chi vende, soltanto se l’imposta è liquidata a seguito di un’istanza di condono presentata dall’acquirente. È in sintesi quanto stabilito dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 16743 del 16 luglio.

La pronuncia in esame, infatti, si sofferma sulla solidarietà passiva in materia di imposta di registro, con particolare riferimento all’articolo 55, comma 4 del Dpr 634/1972, in base al quale "l’imposta dovuta per un fatto imputabile soltanto ad una delle parti contraenti è a carico Continua a leggere

Contribuenti tartassati dalla culla alla tomba

Circa 17 miliardi di entrate. Ma pagati a caro prezzo dal contribuente chiamato ad affrontare una vera e propria giungla di tasse municipali. Oltre ad una miriade di tariffe (che forniscono un gettito analogo), dagli asili nido alle formidabili tasse cimiteriali (i cui proventi aumentano a gran ritmo, tenendo conto dei vari servizi, dalla pulizia dei sepolcri alle illuminazioni). Così i Comuni incassano dalla culla alla tomba.

Ciò non toglie che le finanze dei Comuni, come dimostrano le proteste dei sindaci, vengano strozzate dai tagli ai trasferimenti e dal patto di stabilità. Tuttavia quello che è certo è che sul versante delle entrate serva una riorganizzazione. Lo slogan lo ha lanciato il ministro della Semplificazione Calderoli: si chiama "service tax". Nelle intenzioni dell’esecutivo dovrebbe essere la chiave di volta della riunificazione dei tributi locali. Continua a leggere

Dalla licenza all’abbonamento, per i Comuni la bolletta resta salata

L’eliminazione della licenza d’esercizio per l’utilizzo del servizio radiomobile disposta dall’articolo 218 Dlgs 259/2003 non esclude l’obbligo del pagamento della tassa di concessione governativa sugli abbonamenti relativi ai telefonini prevista dall’articolo 21 della tariffa allegata al Dpr 641/1972. I Comuni, non essendo qualificabili come amministrazioni dello Stato, non sono esclusi dalla relativa soggettività passiva. Continua a leggere

Tassa sulla tv, Italia ed Europa un confronto a tutto campo

Il pagamento di una tassa per la detenzione di apparati atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive, indipendentemente dalla qualità o dalla quantità del relativo utilizzo, è statuito dall’articolo 1 del regio decreto n. 246 del 21 febbraio 1938 e confermato dalle sentenze della Corte costituzionale n. 535 del 12 maggio 1998 e della cassazione (n. 8549 del 3 maggio 1993). La ragione per cui l’Italia (al pari di molti altri Paesi europei) Continua a leggere