Archivi categoria: Unione Europea

Trattamento fiscale di partecipazioni, il luogo non conta

Con la sentenza causa C-377/07 la Corte di Giustizia ha censurato la normativa germanica in materia di imposta sulle società nella parte in cui prevede due diverse modalità di tassazione delle partecipazioni societarie detenute da un soggetto residente secondo che dette partecipazioni riguardassero soggetti residenti, ovvero non residenti. Una società a responsabilità limitata con sede in Germania (Steko GmbH) che deteneva delle partecipazioni (per un valore inferiore al 10 per cento) in una società non residente riportava nel bilancio relativo all’esercizio concluso il 31 dicembre 2001 una svalutazione di detta partecipazione iscrivendola, quindi, ad un valore inferiore rispetto al valore contabile precedente. Ne derivava un minor utile di esercizio sul quale calcolare l’imposta sulle società. Continua a leggere

Può essere disapplicata una norma sull’indetraibilità dell’IVA?

La clausola di "standstill" posta nelle direttive sull’Iva (77/388 del 1977 e 2006/112 del 2006) consente agli Stati membri di prevedere in via derogatoria l’indetraibilità d’imposta in relazione a fattispecie non previste dal legislatore comunitario, a condizione che la relativa fonte normativa sia da farsi risalire ad epoca anteriore all’adesione alle disposizioni comunitarie in materia di Iva; le eventuali modifiche successive a tali fattispecie derogatorie dovranno, di contro, rilevare una coerenza con dette disposizioni, in difetto della quale potrebbe chiedersi la disapplicazione della norma interna contenente dette modifiche. Questi in sintesi i principi emersi in una recente sentenza della Corte di Giustizia (22/12/2008, proc. C-414/07) in merito a una questione sottoposta dagli organi del contenzioso polacco. Continua a leggere

La sanzione non scatta nel caso in cui sia la dogana a sbagliare

La sentenza emessa in data odierna dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, a chiusura del procedimento C- 281/07, concerne la portata applicativa del regolamento Ue n. 2988 che, entrato in vigore nel dicembre 1995, detta una serie di disposizioni generali in materia di controlli, misure e sanzioni amministrative per irregolarità relative ai pagamenti in favore dei beneficiari designati dalle politiche comunitarie. In particolare il regolamento, all’articolo 1, definisce come irregolarità "qualsiasi violazione di una disposizione del diritto comunitario derivante da un’azione o omissione di un operatore economico recante pregiudizio al bilancio della Comunità" e fissa, all’articolo 3, un termine di prescrizione per l’accertamento delle predette violazioni pari a quattro anni, pur riconoscendo ai singoli Stati la possibilità di applicare un termine prescrizionale più lungo. Continua a leggere

Detenere quote in usufrutto non è partecipare nel capitale

Con la sentenza del 22 dicembre 2008, resa nel procedimento C-48/07, la Corte di giustizia Ue ha sentenziato, in materia di regime fiscale comune applicabile alle società madri e figlie di Stati membri diversi, che la nozione di partecipazione nel capitale di una società di un altro Stato membro, ai sensi dell’art. 3 della direttiva del Consiglio n. 90/435/CEE, non comprende la detenzione di quote in usufrutto, precisando però che, conformemente alle libertà di circolazione garantite dal Trattato CE e applicabili alle situazioni transfrontaliere, quando uno Stato membro, al fine di evitare la doppia imposizione di dividendi percepiti, esenta da imposta sia i dividendi che una società residente percepisce da un’altra società residente Continua a leggere

Prova di cessioni intra, a volte anche senza documento di trasporto

Per provare la cessione dei beni in altro Stato Ue, nel caso in cui l’operatore nazionale non sia in grado di esibire il documento di trasporto perché non ha curato direttamente la spedizione, è valido un qualsiasi altro atto idoneo a dimostrare l’invio intracomunitario.

E’ la precisazione dell’Agenzia contenuta nella risoluzione n. 477/E del 15 dicembre in risposta alla richiesta di chiarimenti in merito alla prova delle cessioni intracomunitarie, con particolare riferimento al caso in cui per il cedente nazionale non risulti possibile procurarsi il documento di trasporto in quanto la spedizione è operata da un vettore incaricato dal cessionario. Continua a leggere

Corte Ue, esenzione Iva anche per le prestazioni individuali

L’articolo 13, parte A, n. 1, lett. f), della sesta direttiva del Consiglio 17 maggio 1977, 77/388/CEE, deve essere interpretato nel senso che, fatto salvo il soddisfacimento delle altre condizioni previste dalla disposizione, le prestazioni di servizi fornite ai membri da parte di associazioni autonome beneficiano dell’esenzione anche qualora tali prestazioni siano fornite ad uno solo o ad alcuni di detti membri. È la pronuncia resa dai giudici comunitari nella causa C-407/07. Continua a leggere

Il progetto di base imponibile comune consolidata

La Commissione europea sta lavorando da tempo a una proposta di direttiva avente ad oggetto l’istituzione di regole uniformi per la determinazione di una base imponibile comune dell’imposta sui redditi societari, nell’ambito di un sistema di consolidamento transnazionale denominato Ccctb (Common Consolidated Corporate Tax Base(1)).
Scopo del progetto è quello di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di incremento di competitività, crescita e occupazione fissati dalla strategia di Lisbona, tramite l’eliminazione di ostacoli fiscali presenti nel mercato interno per le imprese Ue che effettuano operazioni transfrontaliere. Continua a leggere

Aiuti di Stato, il modello per “riallinearsi” all’Europa

Approvato, con il provvedimento del direttore dell’agenzia delle Entrate del 18 settembre, il modello di dichiarazione di recupero dell’“Aiuto di Stato – Rivalutazioni (ASR)”, dichiarato incompatibile col mercato comune dalla decisione della Commissione europea C(2008)869, dell’11 marzo 2008. L’adempimento, previsto dall’articolo 83, commi da 28-octies a 28-duodecies, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 (manovra d’estate), si è reso necessario al fine di attuare la procedura di restituzione dell’aiuto fruito da taluni istituti di credito (quelli di cui all’articolo 7 della legge 30 luglio 1990, n. 218) che si sono avvalsi del regime d’imposta sostitutiva di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, il quale richiamava la legge 21 novembre 2000, n. 342. Per rendere effettivo il recupero, l’articolo 83, comma 28-duodecies, ha abrogato il comma 26. Continua a leggere

L’Italia deve pagare 123 milioni di euro all’Ue per aiuti illegali alle banche

A conclusione di un’indagine avviata dalla Commissione europea a maggio 2007 sugli aiuti di Stato concessi dall’Italia ad alcuni istituti di credito nel corso delle privatizzazioni del 2004, l’Ue ha deciso di recuperare dall’Italia 123 milioni di euro, cioè parte della cifra distribuita alle banche.
La legge finanziaria italiana del 2004 ha consentito a 9 banche, già di proprietà statale, un regime fiscale favorevole: queste hanno pagato, durante le ristrutturazioni del 2004, un’imposta nominale del 9% anziché quella ordinaria sulle società che in Italia è del 37,25%. In totale, questi istituti di credito hanno riconosciuto 2 miliardi di euro di plusvalenze e la differenza tra l’imposta che avrebbero dovuto pagare e quella realmente pagata è di oltre 586 milioni di euro. Continua a leggere

L’Italia deferita alla Corte di Giustizia Europea

La Commissione Ue ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia europea per non aver ancora recuperato tutti gli aiuti concessi alle imprese nel 2004 sotto forma di sconti fiscali per chi investiva all’estero.
Il 14 dicembre del 2004, ricorda un comunicato, l’esecutivo comunitario aveva dichiarato incompatibili con le norme europee sugli aiuti di Stato il collegato alla
Finanziaria di quell’anno con cui si garantivano speciali riduzioni della base imponibile alle imprese che investivano in prodotti all’estero, allo scopo di migliorare la posizione commerciale delle aziende italiane sui mercati stranieri. Bruxelles aveva quindi chiesto di recuperare gli aiuti di stato illegali e le autorita’ italiane hanno trasmesso le ingiunzioni di recupero a tutti i beneficiari degli sconti fiscali. Solo una parte dei soldi pero’ e’ stata recuperata e tutte le ingiunzioni di pagamento, prosegue la nota, sono state impugnate e in parecchi casi i giudici nazionali hanno deciso di sospendere l’esecuzione. Continua a leggere