Previdenza complementare: chiarito il calcolo del plafond extra per i giovani lavoratori

Quando parte il quinquennio per il plafond aggiuntivo?

Il calcolo del periodo di riferimento per la deduzione dei contributi versati alla previdenza complementare oltre il limite standard di 5.164,57 euro parte dalla prima esperienza lavorativa, indipendentemente da eventuali iscrizioni precedenti a fondi pensione effettuate da familiari. È questo l’importante chiarimento fiscale emerso recentemente da un interpello tributario.

Il caso concreto esaminato

La questione nasce dalla richiesta di un contribuente iscritto a un fondo di previdenza complementare sin da minorenne (nel 2009), grazie ai versamenti effettuati dai genitori fino al 2018. La sua prima occupazione risale a luglio 2019, anno dal quale ha iniziato a contribuire personalmente al fondo, deducendo gli importi versati nel quinquennio 2019-2023. Nel 2021, ha trasferito l’intero montante accumulato a un fondo negoziale.

Il dubbio riguardava il periodo di riferimento per il calcolo dell’ulteriore deduzione fiscale: doveva considerarsi dalla prima iscrizione al fondo (2009) o dall’inizio della prima occupazione (2019)?

La risposta e la base normativa

La normativa di riferimento è contenuta nell’articolo 8, comma 6, del D.lgs. n. 252/2005, che prevede un’agevolazione specifica per i “lavoratori di prima occupazione” successiva al 1° gennaio 2007. La disposizione consente, nei venti anni successivi al quinto anno di partecipazione a forme pensionistiche complementari, di dedurre ulteriori contributi oltre il limite ordinario di 5.164,57 euro.

Questo importo aggiuntivo è pari alla differenza positiva tra 25.822,85 euro e i contributi effettivamente versati nei primi cinque anni, con un tetto massimo di 2.582,29 euro annui. La misura è pensata per consentire ai giovani lavoratori di “recuperare” negli anni successivi la capacità di versamento non sfruttata nei primi anni di lavoro.

L’interpretazione chiarita

L’elemento fondamentale emerso è che, per beneficiare di questa agevolazione, è necessario essere un “lavoratore di prima occupazione” iscritto a una forma di previdenza complementare. I cinque anni rilevanti per il calcolo del plafond aggiuntivo sono quelli di iscrizione alla previdenza complementare in presenza di un rapporto di lavoro iniziato dopo il 2007.

Nel caso specifico, il periodo di riferimento parte dal 2019 (anno di prima occupazione), risultando irrilevante la precedente iscrizione alla previdenza complementare effettuata dai genitori. Allo stesso modo, non rilevano i versamenti contributivi effettuati dai familiari e da questi dedotti dal proprio reddito negli anni 2009-2018, in quanto in tale periodo mancava la condizione di “lavoratore di prima occupazione” prevista dalla norma.

Quando utilizzare il plafond accumulato

Il lavoratore potrà quindi usufruire del plafond accumulato nei primi 5 anni di partecipazione (2019-2023) a partire dal 2024, beneficiando della possibilità di dedurre contributi eccedenti il limite ordinario di 5.164,57 euro nei venti anni successivi al quinquennio.

Implicazioni pratiche

Questa interpretazione rappresenta un vantaggio significativo per i giovani lavoratori che sono stati iscritti alla previdenza complementare dai genitori prima di iniziare l’attività lavorativa. Il chiarimento consente loro di beneficiare pienamente dell’agevolazione fiscale una volta entrati nel mondo del lavoro, favorendo una più consistente contribuzione alla previdenza complementare negli anni successivi.

La possibilità di recuperare la capacità di deduzione non sfruttata nei primi anni lavorativi si conferma quindi uno strumento importante per incentivare la costruzione di un’adeguata pensione complementare, particolarmente necessaria per le nuove generazioni di lavoratori.