La dilatazione della punibilità ha prodotto effetti paradossali. Il semplice evasore rischia l’incriminazione. E i professionisti…
Impiegare il denaro derivante dall’evaione fiscale può fruttare una condanna per riciclaggio. Lo ha messo nero su bianco una recente sentenza della Corte di cassazione (n. 45643 del 26 novembre). Le conseguenze di questa impostazione potrebbero essere devastanti.
Poniamo il caso di un piccolo imprenditore o di un lavoratore autonomo che saltuariamente esegue qualche lavoretto in nero, accreditando le relative somme su un conto intestato alla moglie, A fine anno la moglie decide, con una parte del gruzzoletto accumulato sul suo conto, di comprarsi un’auto o un gioiello, in aggiunta potrebbe ricevere anche un paio di manette.
Spendere quei fondi accantonati grazie all’evasione fiscale integra infatti gli estremi del reato di riciclaggio.
Qualcuno ha calcolato che un quinto del pil italiano sfugge al fisco. L’applicazione di questa disposizione avrebbe quindi il potere di trasformare buona parte degli italiani in ospiti delle patrie galere (salvo poi capire chi produrrà il pil necessario per pagare i giudici e i secondini).
Nessun dubbio che l’interpretazione data dalla Cassazione sia aderente al dettato dell’articolo 648-bis del codice penale dopo le modifiche volute dall’Unione europea per dare un giro di vite nella lotta contro il riciclaggio: nessun dubbio che si sia trattato, come dice esplicitamente la Cassazione, di un rigore imposto dalla «straordinaria mutabilità delle forme usate dal mercato finanziario ed economico in genere nella formazione dei capitali illeciti, suscettibili di essere successivamente lavati» con metodi e sistemi sempre nuovi.
L’effetto è per quello di rendere potenzialmente incriminabile metà del paese. E di mettere sulla graticola le professioni economiche che, da questo punto di vista, si trovano a combattere in trincea. Tanto per dare un’idea, il commercialista o l’avvocato dovrebbe effettuare la segnalazione antiriciclaggio tutte le volte che si trova di fronte a un fatto (come l’evasione fiscale o altri illeciti) suscettibile di creare le premesse del reato di riciclaggio.
Della serie: tutti colpevoli, nessun colpevole?
Fonte: Longoni Marino da Italia Oggi Sette di lunedì 30 novembre 2009, pagina 1