Alla faccia della crisi! Dal mese di maggio 2013 il tasso degli interessi di mora sulle somme iscritte a ruolo e pagate dopo il decorso dei 60 giorni è pari al 5,2233% su base annua. Attualmente il suddetto tasso è pari al 4,5504% con un aumento di quasi un punto percentuale. A stabilirlo è il provvedimento 4 marzo 2013 del direttore dell’Agenzia delle Entrate sulla base della media dei tassi bancari attivi, individuata dalla Banca d’Italia con riferimento al periodo dall’1 gennaio al 31 dicembre 2012.
Gli interessi si applicano sugli importi pagati dopo che sono passati sessanta giorni dalla data di notifica della cartella. Colpiscono le sole somme iscritte a ruolo, non anche le sanzioni pecuniarie tributarie e gli interessi già indicati in cartella (bella consolazione). Vanno calcolati “a partire dalla data della notifica della cartella e fino alla data del pagamento”, così come dispone l’articolo 30 del Dpr n. 602/1973.
Tali somme vanno ad aggiungersi alle sanzioni (il 30% dell’importo non pagato), agli interessi ordinari conteggiati dalla data dell’originaria scadenza alla data di emessione del ruolo, alle spese di notifica della cartella esattoriale e ai compensi per il servizio di riscossione svolto dall’Agente della riscossione. Su quest’ultimo punto vorrei spendere qualche parola per quantificare le cifre.
I “compensi per il servizio di riscossione” rappresentano la remunerazione delle attività svolte dall’Agente della riscossione. Tale compenso è a carico del destinatario della cartella esattoriale, nella percentuale del 4,65% sugli importi dovuti e pagati entro il 60esimo giorno dalla notifica o entro i termini indicati nel riquadro “quando pagare”, se si prevede un pagamento in più rate. In caso di pagamento in ritardo, il compenso, pari al 9%, è a carico interamente del destinatario della cartella esattoriale, ed è dovuto anche sugli interessi di mora e sulle somme aggiuntive.
Questo è il sistema di riscossione tributaria vigente in Italia, paese considerato esempio di stato democratico… e per fortuna che lo Stato siamo noi.