Sul fronte del recupero dell’evasione, il passaggio dal 2010 al 2011 sarà caratterizzato dal consolidamento dei risultati raggiunti l’anno scorso, puntando però a un obiettivo più ambizioso: migliorarli, aumentando la qualità dei controlli e la capacità dissuasiva “attraverso la selezione mirata dei soggetti da sottoporre a controllo sulla base dell’analisi del rischio effettuata per ciascuna macrotipologia di contribuenti”. Questo in sintesi il programma annunciato dal direttore dell’Agenzia, Attilio Befera, nel corso dell’audizione di oggi in commissione Finanze alla Camera dei deputati, durante la quale ha fornito, per grandi linee, anche i dettagli dell’azione accertatrice, coadiuvata dalle previsioni normative del Dl 78/2010.
I successi conseguiti nel 2010 si traducono in un recupero pari a 10,6 miliardi di euro da evasione (+16% rispetto ai 9,1 miliardi del 2009), in una maggiore imposta accertata di 5,5 miliardi di euro proveniente da accertamenti eseguiti nei confronti di oltre 2.600 grandi contribuenti e oltre 6 miliardi di euro di maggiore imposta accertata derivante da controlli effettuati su 15.500 imprese di medie dimensioni.
La sinergia di azione tra l’Agenzia e altri principali attori della fiscalità (Gruppo Equitalia, Guardia di finanza, Inps, Comuni e altre Agenzie fiscali) ha reso possibile la creazione di un sistema integrato che permette scambi di informazioni e di metodologie tale da rendere sempre più efficace l’azione di contrasto all’evasione. I risultati complessivi raggiunti da Entrate, Equitalia Spa e Inps, ha sottolineato Befera, hanno determinato nel 2010, un recupero di oltre 25 miliardi di euro tra imposte, tasse e contributi evasi.
Se questi sono alcuni dei “numeri” significativi dell’azione dell’Agenzia, molto ancora si potrà fare per il raggiungimento degli obiettivi del 2011, grazie alle recenti misure normative introdotte dalla “manovra estiva” (Dl 78/2010):
- potenziamento della partecipazione dei Comuni all’attività di accertamento fiscale e contributivo
- potenziamento dell’accertamento sintetico
- presidio delle imprese che presentano, per più di un esercizio, dichiarazioni in perdita fiscale e dei soggetti che hanno indicato un credito Iva in dichiarazione
- piano di accertamento nei confronti delle imprese di medie dimensioni sulla base di specifiche analisi del rischio
- maggiore efficacia dei controlli di massa automatizzati
- l’esecutività dell’atto di accertamento
- ulteriore rafforzamento del controllo delle compensazioni.
Nel corso dell’audizione, Befera ha poi descritto quanto fatto dal partner naturale dell’Agenzia delle Entrate in materia di riscossione. Equitalia ha, infatti, offerto un apporto più che meritevole sia in termini numerici sia organizzativi, tanto che, in meno di cinque anni dalla sua nascita, la Società ha dimostrato di essere “in grado di aiutare le istituzioni in generale, e gli enti impositori in particolare, non solo nel delicato, difficile e impopolare compito del recupero di quanto precedentemente non versato, ma anche uno straordinario “sensore” economico e sociale, utile e utilizzabile per una attenta lettura dell’evoluzione del territorio”.
In particolare, il Gruppo nel 2010 ha portato nelle casse dello Stato ben 8 miliardi e 876 milioni di euro, realizzando, nello stesso tempo, azioni dirette a venire incontro ai cittadini debitori di somme iscritte a ruolo che versano in situazioni di temporanea difficoltà economica. Tra le altre, la possibilità di rateizzare gli importi fino a 72 rate e senza nessuna garanzia.
Il direttore Befera ha ricordato che la razionalizzazione della riscossione è passata anche attraverso il piano riorganizzativo societario dello scorso novembre. Equitalia, per garantire sempre maggiore efficacia al sistema e diminuire al massimo i costi a carico dello Stato, ha completamente trasformato la sua struttura territoriale: da 17 partecipate a tre grandi società agenti della riscossione, una per il Nord, una per il Centro, la terza per il Sud, a loro volta, articolate in direzioni regionali e ramificazioni provinciali.
Un riordino che rappresenta il naturale epilogo di un processo iniziato con la nascita di Equitalia Spa, che punta al raggiungimento di un governo unitario dell’azione di accertamento e di riscossione, garante dell’uniformità degli indirizzi per ottimizzare sia l’efficacia dell’azione sia il rapporto con i contribuenti.
La relazione del direttore dell’Agenzia si è poi addentrata in alcuni aspetti specifici dell’azione del Fisco.
Per quando riguarda, ad esempio, l’abuso del diritto, Befera ha sottolineato la esigenza di un quadro normativo certo nell’interesse non solo del contribuente ma della stessa Amministrazione finanziaria poiché “un’Amministrazione seria e moderna, in definitiva, non deve temere, anzi deve auspicare, l’esistenza di regole certe che individuino e, al tempo stesso, delimitino, i poteri di accertamento, per evitare che il contribuente … abbia anche solo l’impressione di essere vessato (se non addirittura perseguitato) da chi, invece, è chiamato a scoprire e reprimere con la massima decisione e fermezza i veri comportamenti evasivi e fraudolenti”.
In merito alla iscrizione nel registro tenuto dal Coni delle società e associazioni sportive dilettantistiche, per conseguire alcune agevolazioni fiscali previste dalla legge 289/2002, il direttore ha reso noto ai deputati della commissione Finanze che l’azione di controllo dell’Agenzia si è concentrata principalmente su quei soggetti che hanno tentato di dissimulare vere e proprie attività commerciali sotto forma di associazioni culturali, sportive, di formazione e simili, nascondendo al Fisco i proventi conseguiti e, nello stesso tempo, attuando una concorrenza sleale nei confronti di altre società con le “carte” in regola.
Prima di prendere commiato dalla commissione Finanze, il direttore Befera ha voluto ricordare ai deputati come l’aspetto organizzativo dell’Agenzia non sia disgiunto dal buon andamento dell’azione del Fisco. Nell’audizione odierna è stato ricordato come l’Amministrazione finanziaria ha realizzato tra il 2009 e il 2010 un piano di riorganizzazione dei propri uffici, passando da quasi 400 uffici locali a poco più di 100 direzioni provinciali.
Il presupposto di partenza di questa innovazione sta nel fatto che “le attività di assistenza e informazione ai contribuenti e quelle di controllo massivo … suscettibili di interessare la generalità dei contribuenti, rispondono a una logica organizzativa diversa da quella che informa le attività di controllo più specializzate, rivolte, in quanto tali, a strati ristretti di contribuenti”. Ed è per questo che ogni direzione provinciale ha, di norma, più uffici territoriali, con eventuali sportelli decentrati per rendere più agevoli i rapporti con i contribuenti, mentre è stato istituito un unico ufficio controlli competente per l’intera provincia.
Fonte: Lilia Chini da nuovofiscooggi.it