Sono due ogni cento le cartelle che finiscono per essere contestate dai cittadini che, ricevendo una richiesta di pagamento da uno degli agenti della riscossione che fanno capo a Equitalia, ritengono di avere ragioni e documentazione per impugnare la pretesa di pagamento. Le cartelle di pagamento inviate da Equitalia, per conto degli enti che si avvalgono della società pubblica di riscossione per il recupero dei loro crediti nel 2008, sono state circa 17 milioni e, quelle messe in dubbio dai contribuenti, circa il 2% del totale.
Il numero di contestazioni davanti all’autorità giudiziaria, pur se è possibile che sia considerato fisiologico, in rapporto all’aumento del volume delle riscossioni che ha caratterizzato sia il 2007 sia il 2008, non fa venir meno l’impegno di Equitalia nella ricerca di una soluzione. Soluzione che metta in campo, oltre alla professionalità degli agenti della riscossione nel lavoro di "bonifica" dei propri magazzini ruoli, anche l’impegno a costruire, insieme agli altri soggetti che possono essere chiamati in causa dal fenomeno delle cartelle contestate (ente creditore, giudice di pace, prefetto, difensore civico), una "rete" che garantisca la comunicazione in tempo reale delle decisioni adottate dall’ente creditore e dai giudici chiamati a dirimere il contenzioso.
Le nuove regole di comportamento adottate dalle società partecipate da Equitalia Spa nella condivisione di comuni criteri da adottare per le procedure esecutive e cautelari in funzione dell’entità del debito richiesto, rendono evidente che da parte degli agenti della riscossione non c’è la benché minima intenzione di perseguitare i cittadini. Molto spesso il contribuente che riceve la notifica di una cartella di pagamento contesta alla radice la pretesa contenuta nella cartella stessa, mettendo in discussione più la fondatezza della richiesta del creditore che il comportamento dall’agente della riscossione, che svolge il ruolo che gli ha affidato il Parlamento nel rispetto e nella piena osservanza delle leggi.
Ulteriore dimostrazione del riconoscimento della buona fede dei cittadini a cui è chiesto di mettersi in regola con il fisco è l’andamento dei dati sulle procedure esecutive attivate nel 2008. Nell’anno passato, infatti, Equitalia ha ridotto in maniera consistente le azioni sugli autoveicoli e le iscrizioni ipotecarie sulle abitazioni che sono scese, le prime del 35% (i preavvisi di fermo degli autoveicoli nel 2008 ammontano a 1 milione e 124mila, di cui solo la metà si è trasformata in fermo effettivo), le seconde di oltre il 50% (da 270mila a 112mila). Sono al contrario cresciuti – sono stati 2,5 milioni – gli inviti (solleciti di pagamento) spediti ai contribuenti con lo scopo di consentire ai cittadini una nuova verifica della loro posizione debitoria, prima dell’attivazione, da parte dell’agente della riscossione, di procedure esecutive.
Sempre a sostegno della nuova "filosofia" nel rapporto con i cittadini, ricordiamo che per agevolare i contribuenti che dovessero trovarsi in una temporanea situazione di difficoltà nel mettersi in regola con il fisco, Equitalia holding ha emanato il 14 gennaio scorso una nuova direttiva sulla rateazione del debito iscritto a ruolo. La direttiva "alleggerisce" la prima rata, spalmando il debito su tutto il piano di rientro, rendendo, così, più semplice per le persone interessate la possibilità di fare pace con il fisco. In soli dieci mesi, da marzo 2008, gli agenti della riscossione hanno gestito oltre 200mila richieste di dilazione di pagamento.
Giuseppe Ciliberto
Laura Cristini – Nuovo Fisco Oggi