Migliora la performance del fisco in sede giurisdizionale. Nel 2007 le vittorie dell’Agenzia delle Entrate nelle aule delle Commissioni tributarie provinciali e regionali hanno fatto un balzo in avanti grazie a una più efficace difesa in giudizio degli interessi dell’Erario. L’anno scorso infatti le sentenze di primo grado favorevoli all’amministrazione finanziaria sono state il 42,3 per cento del totale, con un incremento dell’1,4 per cento rispetto al 2006 e dell’11,5 per cento rispetto a due anni prima, mentre i contribuenti hanno vinto nel 28,6 per cento dei casi.
Le liti parzialmente favorevoli all’ufficio sono state l’8,6 per cento e le pronunce di estinzione il 21,4 per cento. Più precisamente, i provvedimenti pro-fisco sono stati quasi 75 mila su un totale di 177.190 pronunce, contro le circa 49 mila pronunce in favore dei contribuenti.
E’ quanto emerge da una prima analisi dell’andamento delle liti tributarie nel triennio 2005 – 2007 fatta dalla Direzione Normativa e Contenzioso. In pratica se si tiene conto che sia le liti parzialmente favorevoli che i provvedimenti di estinzione determinati dall’adesione ai condoni hanno prodotto effetti positivi per l’erario, i dati dimostrano che solo in una lite su tre l’Agenzia perde in primo grado. Un trend positivo che trova conferma anche nei processi di secondo grado, dove nonostante i passi avanti l’Agenzia perde più che in primo grado. Gli esiti positivi per gli uffici sono passati dal 28,6 al 37,9 per cento nel triennio 2005 – 2007, con un saldo attivo di circa nove punti percentuali. Contemporaneamente si è registrata una flessione, seppure contenuta, dell’indice di vittoria dei contribuenti, passato dal 43,5 al 43,2 per cento negli ultimi due anni dopo aver fatto segnare un’impennata di quasi sei punti percentuali nel periodo dal 2005 al 2006. La forbice fra le pronunce di accoglimento e quelle di rigetto dei ricorsi si è ridotta notevolmente a vantaggio delle Entrate, grazie soprattutto a una diminuzione significativa degli esiti di estinzione del giudizio (dal 28 per cento del 2005 all’10,5 per cento del 2007). Nel 2007gli esiti parzialmente favorevoli all’ufficio sono stati l’8,4 per cento.
Se si considerano soltanto i ricorsi contro gli atti di accertamento, su un totale di 63 mila provvedimenti emanati nel corso del 2007 dai giudici delle Commissioni tributarie provinciali, le pronunce favorevoli all’Agenzia delle Entrate superano di due punti percentuali quelle in favore dei contribuenti, attestandosi al 32 per cento circa del totale. Nelle liti relative ai soli atti di accertamento assumono un peso specifico notevole sia i risultati solo in parte favorevoli al fisco (14,5 per cento), sia le pronunce di estinzione del giudizio (23,1 per cento). Queste ultime, in particolare, sono scese di quasi venti punti rispetto alla percentuale registrata nel 2005 (43,5 per cento), a conferma di come gli effetti dell’ultima sanatoria fiscale siano ormai in via di esaurimento.
Un discorso analogo vale anche per i ricorsi intentati in Commissione tributaria regionale contro gli atti emessi dagli uffici del fisco in sede di controllo. Qui la percentuale di estinzioni diminuisce di circa 26 punti rispetto a tre anni fa, passando dal 39,5 al 13,8 per cento del totale delle sentenze di appello. Nel dettaglio, su 17.700 provvedimenti relativi ad atti di accertamento, le decisioni positive per i contribuenti superano di qualche punto quelle favorevoli all’amministrazione finanziaria (38,7 contro 35,7 per cento), ma lo scarto si è progressivamente ristretto, fino quasi ad annullarsi, negli ultimi tre anni. Complessivamente, le liti in cui l’Agenzia ha avuto la meglio sono passate dal 23,2 per cento del 2005 al 35,7 per cento dell’anno scorso, con un incremento percentuale di circa dodici punti. Un dato rafforzato dagli esiti parzialmente favorevoli agli uffici che nel 2007 sono stati pari all’11,8 per cento.
Intanto per consolidare e migliorare ulteriormente i risultati l’Agenzia ha avviato il cosiddetto "progetto qualità del contenzioso tributario". Un vero e proprio vademecum messo nero su bianco nella circolare n. 29/E del 28 marzo scorso con l’intento di incrementare gli esiti favorevoli delle controversie di maggiore rilevanza economica attraverso una tempestiva costituzione in giudizio e una sistematica e qualificata presenza in udienza. Il documento, che riprende le linee guida dell’atto di indirizzo ministeriale per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2008-2010, punta al coinvolgimento delle direzioni regionali e al potenziamento della capacità operativa degli uffici per "consolidare le posizioni espresse dall’Agenzia in sede interpretativa e le pretese tributarie esercitate in sede di attività di controllo". Non manca inoltre un richiamo alla necessità di promuovere, quando possibile, i cosiddetti strumenti deflativi del contenzioso, dall’autotutela alla conciliazione giudiziale fino all’accertamento con adesione. L’obiettivo finale? Incentivare le soluzioni conciliatorie tra fisco e contribuente prevenendo le liti.
Laura Mingioni – Fisco Oggi