È vero che la primavera e il ritorno del bel tempo inducono ad attività sicuramente più piacevoli che mettersi a fare i conti. Tuttavia è necessario, almeno una volta l’anno, controllare periodicamente il proprio portafoglio di investimenti; e già che ci siamo alla salute del complesso dei nostri impieghi.
In questi mesi si tracciano i bilanci dell’anno alle nostre spalle da poco e in base alla documentazione di cui disponiamo possiamo avere un quadro sufficientemente completo delle nostre ricchezze, grandi o piccole. Un check-up indispensabile per evitare amare sorprese più avanti. Il dovere e il piacere. Come fare a scegliere? La recente crisi finanziaria ha aggiunto un elemento aggiuntivo alla scarsa voglia di mettersi a tavolino: la paura di controllare lo stato di salute dei propri soldi, nel timore di accertare gli effetti del crack sui nostri investimenti.
È quanto la finanza comportamentale definisce "teoria dell’avversione alla perdita": si preferisce ignorarla e dormire un po’ più sereni, anche se da incoscienti. Il big bang nell’autunno 2008, quando anche i Tg della sera si occupavano dell’andamento – negativo – delle Borse. Notizie che hanno spaventato i risparmiatori i quali hanno fissato nella memoria quel trend negativo, fotografandolo come irreversibile. Per poi selezionare le informazioni secondo una «rilevanza percettiva» tutta negativa.
Tanto da non notare il recupero vistoso, anche se parziale, che le stesse Borse hanno messo in campo nel 2009 (di cui i Tg serali di prima non si sono praticamente mai occupati). Quanti sono consapevoli che gli indici di Piazza Affari sono cresciuti del 21% nello scorso anno solare e che dai minimi di marzo a fine dicembre il rimbalzo ha toccato il 74%? Se si aggiunge la tendenza del risparmiatore allo status quo («sbagliare una volta ci può stare, rischiare di sbagliare due volte è troppo») o la sudditanza psicologica nei confronti di intermediari non sempre privi di conflitti di interesse, il pasticcio è fatto.
Per superare queste difficoltà e procedere senza ansia verso un «financial tune-up», come viene definito oltreoceano, abbiamo provato a fornirvi in queste pagine una semplice scorciatoia mentale, due semplici strumenti di immediato utilizzo. Innanzitutto un test di autovalutazione sulla cura con cui gestiamo il proprio portafoglio di investimenti e sul più complessivo orizzonte degli impieghi della famiglia; una risposta sincera a se stessi è già un regalo utile per sapere cioè se stiamo coltivando con la cura necessaria il nostro denaro o se al contrario dobbiamo intervenire. Per correggere distorsioni o aggiornare le strategie o solo per evitare che la nostra distrazione produca l’attenzione altrui. A seconda del profilo emerso è più o meno urgente passare alla contromisure.
Inoltre il decalogo: dieci mosse utili da compiere periodicamente per controllare lo stato di salute del nostro patrimonio, con l’indicazione del tempo necessario per compierle. Perchè non serve pregiudicare tutto il nostro tempo libero per questo controllo, ma con un po’ di dimestichezza con il web e il computer in un paio di ore si riesce ad avere un quadro preciso della situazione. Due infatti sono gli strumenti a disposizione per la revisione periodica delle finanze personali: le tabelle che da sempre è possibile consultare su «Plus24» e Internet.
Per scoprire per esempio che per aprire un conto corrente online sono necessari pochi minuti per la compilazione dei moduli da spedire; o che passando da un fondo comune azionario a un analogo Etf è possibile risparmiare quasi il 2% in costi di gestione (2,52% per i primi, lo 0,78% per i secondi). Oppure per scoprire che non abbiamo alcuna copertura assicurativa per rischi che abbiamo iniziato ad affrontare di recente.
Fonte : IlSole24Ore