In primavera sono partiti in pochi dal Piemonte, nel cuneese per la precisione. Poi sono cresciuti di numero e in altre regioni: Lombardia e Toscana principalmente, ma anche Campania, Lazio, Sicilia ed Emilia Romagna. Oggi le Imprese che resistono sono un migliaio e hanno deciso di confrontarsi in una sorta di congresso nazionale.
L’Imprese che resistono-day in realtà è una due giorni in programma a Milano l’11 e il 12 dicembre, un momento di confronto, come sottolinea il coordinatore e portavoce Luca Peotta, imprenditore a sua volta:
«Cerchiamo di fare rete tra gli aderenti, portando avanti le nostre richieste». Il movimento ha stilato un elenco con nove priorità, dall’Irap all’accesso al credito, dai crediti di imposta alla certezza dei pagamenti, su cui sta lavorando da mesi.
Nella due giorni, però , ci si concentrerà su tre nodi: l’Iva per cassa, i pagamenti a 60 giorni, la riduzione del carico fiscale. Verrà fatto anche un sondaggio per verificare come sta andando la moratoria e ci si possa confrontare con consulenti specializzati nel settorè del credito. Non mancherà il dibattito con i politici (i presenti sono ancora da definire) e ci sarà spazio anche per nuove iniziative. Un’ora – si legge nel programma a ruota libera, no proteste ma proposte. «Gli imprenditori per loro natura hanno idee concrete prosegue Peotta. Il confronto può favorirne la messa a punto, più del blog o del dialogo tramite posta elettronica» I momenti di protesta, però, nei mesi scorsi non sono mancati: il 29 giugno sono scesi in strada a Torino per una manifestazione silenziosa, il 21 luglio hanno replicato a Roma. «Se ora c’è più attenzione per le piccole imprese è anche conseguenza di quanto abbiamo fatto in questi mesi. Stiamo cercando di farci ascoltare dai vertici della politica e della classe dirigenziale mantenendo un carattere apartitico e con una struttura più agile di quella delle associazioni di categoria che si muovono con tempi elefanteschi. Associazioni che però potranno intervenire all’incontro, anche perché i singoli imprenditori a loro volta ne fanno parte».
Finora il network di Imprese che resistono ha tenuto un apparato per quanto più possibile snello e senza alcun costo per gli aderenti, ma le dimensioni raggiunte obbligano ora un minimo di strutturazione. L’incontro dell’11-12 dicembre sarà l’occasione per l’assegnazione dei ruoli a livello nazionale e vedrà il lancio di una campagna tesseramento da 1 euro al giorno per i prossimì sei mesi. «Una forma di autosostentamento che con la crescita del movimento si rende necessaria perché inizia a diventare difficile gestire l’attività nei ritagli di tempo oltre al lavoro in azienda e perché vorremmo avviare alcune nuove iniziative. Ma valuteremo insieme se ci sono le condizioni per tale contributo e ci regoleremo di conseguenza» conclude Peotta.
Fonte: Prioschi Matteo da il Sole 24 Ore di venerdì 27 novembre 2009, pagina 27