Trentanove miliardi di redditi all’oscuro del fisco nei soli primi 9 mesi dell’anno – con un’evasione Iva per 7 miliardi – oltre 22 miliardi di imponibile Irap "dribblati" nello stesso arco di tempo, 17mila evasori totali o quasi totali scoperti in meno di due anni (e relativi 43 miliardi occultati), e ancora 1,6 miliardi rintracciati nei paradisi fiscali grazie alle "liste", per finire con l’emersione "forzata" di 47 mila lavoratori, quasi metà dei quali totalmente in nero. È questa la fotografia in controluce del "paese reale" presentata ieri pomeriggio in Commissione finanze del Senato dal comandante generale della Guardia di finanza, Nino Di Paolo, durante l’audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva di Palazzo Madama sulla riforma fiscale.
risultati dei primi nove mesi dell’anno, secondo Di Paolo, confermano l’efficacia dell’azione di contrasto ai comportamenti infedeli dei contribuenti, dimostrata anche dal fatto che «la quasi totalità dei verbali» spiccati dai militari «si traduce in atti di accertamento» delle Entrate. Nel quadriennio 2007-2010 il 92% dei rilievi formulati dai reparti del Corpo sono stati recepiti dall’agenzia delle Entrate, percentuale che nei primi nove mesi del 2011 è salita al 96 per cento.
La maggiore imposta accertata dall’Agenzia, ha spiegato Di Paolo, «collegata ai processi verbali di constatazione redatti dal Corpo, è passata da 5,8 miliardi di euro nel 2007, a 9,4 nel 2008, 13,2 nel 2009 e 12,8 nel 2010. Sono inoltre aumentati gli importi riscossi a seguito di attività ispettive, che hanno registrato rispetto all’anno precedente un incremento del 28,5% nel 2008, del 19,4% nel 2009 e del 105,5% nel 2010». Nel periodo gennaio-settembre 2011 è stata poi accertata una base imponibile Irap evasa di 22,514 miliardi di euro – contro i 30,4 miliardi di fine 2010 – e ritenute non operate o non versate per 226 milioni.
Sul fronte internazionale, le varie liste di contribuenti italiani scoperte in paradisi fiscali hanno portato a redditi occulti per 1,591 miliardi, equamente divisi tra lista Falciani (572 milioni), lista Pessina (584), lista San Marino Forlì (428), oltre ai 7,1 milioni dalla Kundeliste.
Risultati sostanziali anche nella lotta al lavoro sommerso: nel 2010 e nei primi 9 mesi del 2011 la Finanza ha scoperto circa 12 mila aziende che hanno impiegato 47 mila lavoratori irregolari, di cui 28 mila completamente in nero. I datori di lavoro verbalizzati per impiego di manodopera non registrata sono stati 7.822 nel 2010 e 3.218 nei primi nove mesi del 2011. Accanto a casi di irregolarità contributiva nel corso delle verifiche fiscali, di specifici interventi o nei casi più complessi, sono stati scoperti anche «gravi illeciti», dalla falsa intermediazione di manodopera al vero e proprio caporalato, all’impiego di falsi braccianti agricoli.
La collaborazione con Equitalia, infine, ha permesso nel 2010 «il pignoramento di beni per circa 430 milioni di euro nei confronti di imprese e lavoratori autonomi iscritti a ruolo, per debiti superiori a 25 mila euro». «L’evasione fiscale, il sommerso, le frodi sui finanziamenti pubblici, la criminalità organizzata, il riciclaggio, l’abusivismo finanziario, le truffe in danno dei risparmiatori, la contraffazione, solo per fare alcuni esempi, sono espressione di una minaccia unitaria – dice il comandante generale delle Fiamme Gialle – che impone una risposta altrettanto unitaria per essere veramente efficace.Le Fiamme Gialle dispongono degli strumenti necessari per sostenere questa responsabilità».
Fonte: Alessandro Galimberti – Il Sole 24 Ore