Prima di esaminare nel dettaglio i numeri relativi alle ristrutturazioni, ricordiamo la novità in materia introdotta dal decreto-legge 78 del 31 maggio. Con decorrenza 1° luglio 2010, banche e Poste italiane dovranno operare una ritenuta del 10%, a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari (impresa edile), all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti che si avvantaggeranno della detrazione d’imposta del 36%. La misura anti evasione vale, in generale, per tutti i pagamenti effettuati con bonifico bancario o postale da parte di coloro che beneficeranno di oneri deducibili o altra detrazione d’imposta prevista dalla normativa fiscale.
Oltre all’aumento del 12% rispetto al 2009, si calcolano incrementi del 21% sul 2008, del 9% sul 2007 e di oltre il 51% sul 2006. Considerato che non sono stati certo anni di vacche grasse, è più realistico pensare che le ristrutturazioni edilizie in Italia non siano aumentate di numero in senso assoluto, ma che siano invece aumentati i contribuenti che, quando devono mettere "a posto" casa o quando il condominio decide di rifare il look al palazzo, si avvalgono dell’agevolazione fiscale prevista dall’articolo 1 della legge 449/1997. Scontare sulle imposte da pagare il 36% delle spese di ristrutturazione, fino a un massimo di 48mila euro, è infatti, un risparmio sul costo delle opere edilizie, che rende questa detrazione fiscale molto attraente. Il beneficio si concretizza con la presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno in cui i lavori sono stati pagati e negli anni successivi, a seconda del numero delle rate a cui si ha diritto per la fruizione del bonus. In via generale, deve essere ripartito in 10 rate di pari importo. Solo in particolari casi è possibile fruire della ripartizione in 3 o 5 rate. Ad esempio, chi ha compiuto 75 anni entro il 2009 può scegliere la suddivisione in 5 rate, mentre chi ne ha compiuti 80 può decidere di velocizzare il recupero in 3 sole rate. Fermo restando che, possedendone i requisiti, cioè 75 o 80 anni, anche le opzioni già espresse negli anni precedenti, quando si era più "giovani", possono sempre essere variate, ricalcolando una diversa ripartizione della detrazione residua in un numero di rate inferiore.
Oltre all’aumento del 12% rispetto al 2009, si calcolano incrementi del 21% sul 2008, del 9% sul 2007 e di oltre il 51% sul 2006. Considerato che non sono stati certo anni di , è più realistico pensare che le ristrutturazioni edilizie in Italia non siano aumentate di numero in senso assoluto, ma che siano invece aumentati i contribuenti che, quando devono mettere "a posto" casa o quando il condominio decide di rifare il al palazzo, si avvalgono dell’agevolazione fiscale prevista dall’articolo 1 della legge 449/1997. Scontare sulle imposte da pagare il 36% delle spese di ristrutturazione, fino a un massimo di 48mila euro, è infatti, un risparmio sul costo delle opere edilizie, che rende questa detrazione fiscale molto attraente. Il beneficio si concretizza con la presentazione della dichiarazione dei redditi dell’anno in cui i lavori sono stati pagati e negli anni successivi, a seconda del numero delle rate a cui si ha diritto per la fruizione del bonus. In via generale, deve essere ripartito in 10 rate di pari importo. Solo in particolari casi è possibile fruire della ripartizione in 3 o 5 rate. Ad esempio, chi ha compiuto 75 anni entro il 2009 può scegliere la suddivisione in 5 rate, mentre chi ne ha compiuti 80 può decidere di velocizzare il recupero in 3 sole rate. Fermo restando che, possedendone i requisiti, cioè 75 o 80 anni, anche le opzioni già espresse negli anni precedenti, quando si era più "giovani", possono sempre essere variate, ricalcolando una diversa ripartizione della detrazione residua in un numero di rate inferiore.
L’evoluzione che ha avuto nel tempo l’adesione al regime fiscale agevolato per le ristrutturazioni edilizie è un segno di civiltà, che consente di far emergere l’economia sommersa non solo nel settore dell’edilizia abitativa, ma anche in quelli che orbitano intorno ad esso, come, ad esempio, il commercio dei beni che accompagna di solito una ristrutturazione, vedi l’arredamento o il più sofisticato campo dell’architettura dei giardini. Ed è per questo che il 36% merita la più grande diffusione e pubblicità e di essere portato a conoscenza anche di chi non ha mai prestato molta attenzione alla normativa fiscale. Pertanto, continuiamo a parlarne e a leggere i numeri, fino a che tutti, dal Nord al Sud della penisola non avranno familiarizzato con il bonus ristrutturazione. In questo contesto, una lettura positiva degli ultimi dati è, nel confronto con il primo quadrimestre di cinque anni fa, in chiave territoriale. Al di là dei numeri assoluti, che sono da sempre molto più alti nel Settentrione d’Italia che nel Mezzogiorno, i primi quattro mesi di quest’anno, segnano una crescita di richieste del bonus ristrutturazioni percentualmente più alta nel Sud che nel Nord. Come mostra il grafico, infatti, nel Meridione c’è stato un incremento del 58%, a fronte di un aumento nel Settentrione pari al 51% e al 44% registrato nelle regioni del centro-Italia. Spulciando i numeri, l’incremento maggiore, dal 2006 a oggi, è stato registrato proprio in una regione meridionale. Infatti, in Puglia le richieste del 36% sono passate da 1.989 di un quinquennio fa a 3.790 conteggiate quest’anno, pari a un aumento del 91%. Anche Sicilia e Marche, nello stesso confronto, hanno incrementato sensibilmente il loro dato, con una percentuale pari a +64%. Fra le regioni settentrionali, invece, la crescita più sostanziosa si è avuta in Lombardia (+62%), mentre in Emilia Romagna si è fermata a +55%. Unica regione, che in questo confronto con il passato, ha subito un decremento di ristrutturazioni agevolate è la Valle d’Aosta, che passa da 315 richieste di detrazione fiscale del primo quadrimestre 2006 alle 300 di questi primi quattro mesi del 2010.
Gennaio-Aprile 2010
Dal primo gennaio al 30 aprile scorso, sono arrivate alle Entrate 128.081 raccomandate che attestano di aver avviato, in regime fiscale agevolato, altrettante ristrutturazioni edilizie. La tabella sottostante rappresenta i numeri mensili e il totale del quadrimestre ripartiti per regioni. L’incremento sullo stesso periodo dell’anno precedente, come già detto, è quasi il 12%. L’analisi dei dati mensili ci mostra però una crescita diversificata per ciascuno dei quattro mesi. L’aumento più alto è quello registrato in aprile, pari al 21%. Febbraio totalizza +13%, mentre gennaio e marzo si attestano, rispettivamente, su +8% e +3%. Per quanto riguarda invece il territorio, dalla tabella si evince che le regioni di punta sono sempre le stesse. Lombardia in testa, che rappresenta il 25% del totale nazionale, seguita da Emilia Romagna (15%), Veneto (12%) e Piemonte, (8%). Solo al quinto posto la prima regione non settentrionale: la Toscana, con quasi il 7% della somma, seguita a ruota dal Lazio con il 6%. A metà classifica compare la prima regione meridionale, la Puglia che totalizza il 3% dell’ammontare complessivo. Sostanzialmente, comunque, la classifica delle regioni è esattamente la stessa con la quale si è chiuso il 2009. È evidente che il peso di ogni regione è proporzionato al numero degli abitanti e alla quantità del patrimonio abitativo. È per questo che diventa più interessante leggere le crescite percentuali delle singole regioni rispetto allo stesso periodo del passato, sia esso remoto o più recente, a conferma della sempre maggiore diffusione di questa agevolazione fiscale. Il confronto tra l’ultimo quadrimestre conteggiato e lo stesso periodo dell’anno scorso, secondo il criterio territoriale, mostra una classifica completamente diversa da quella precedentemente descritta. Infatti, le regioni con l’incremento più sostanzioso sono, nell’ordine, il Trentino Alto Adige, la Toscana e il Molise (+18%), distanziate fra di loro di pochi decimi di percentuale. Seguono Veneto (+17,5%), Sardegna (+16%) e Calabria (+15,5%). "Solo" settima la Lombardia, con +14%, tallonata dal Friuli Venezia Giulia (+12%). Sotto la soglia del 10% di crescita, rispetto al 2009, ci sono, invece, ben otto regioni: Umbria, Piemonte, Liguria, Lazio, Sicilia, Puglia, Emilia Romagna e Marche, tutte comprese tra +9,7% della regione umbra e +7,5% di quella marchigiana. Dato negativo invece per quattro regioni: Abruzzo (-1,4%), Campania (-3,5%), Basilicata (-6,5%) e Valle d’Aosta (-22,5%). Tre di questi territori sono notoriamente molto freddi d’inverno e sicuramente nelle prossime stagioni daranno risultati più soddisfacenti. Mentre, per la Campania, è difficile trovare una spiegazione, anche se, in valori assoluti, si tratta di sole 80 ristrutturazioni in meno rispetto all’anno scorso. Non dubitiamo quindi che per il resto dell’anno a venire anche la regione del Sole farà la sua parte.