Ultimo giorno utile per dire addio alle partite Iva inattive pagando la sanzione minima di 129 euro e chiudere, definitivamente, i rapporti con l’imposta sul valore aggiunto se non c’è più motivo per mantenerli in vita.
La procedura è facile, si risolve semplicemente con l’esecuzione del versamento tramite modello “F24 Elementi identificativi”. Tutto qui, non occorre neanche trasmettere all’Agenzia delle Entrate copia dell’attestato di pagamento né presentare la dichiarazione di cessata attività (modello AA7/10 per i soggetti diversi dalle persone fisiche, modello AA9/10 per le imprese individuali e i lavoratori autonomi). L’acquisizione nel sistema informativo dell’Anagrafe tributaria dei dati riportati nel modello F24 consente all’Amministrazione finanziaria di aggiornare la posizione del contribuente.
Requisiti e vantaggi
L’opportunità, lo ricordiamo, è per coloro che non hanno più ragione di essere titolari di partita Iva e che hanno dimenticato di farlo sapere al fisco. A prevederla l’articolo 23, comma 23, del decreto legge 98/2011.
Con il pagamento della sanzione minima, inoltre, vengono chiusi anche i conti riguardanti le irregolarità legate alla mancata presentazione delle dichiarazioni Iva e di quelle relative ai redditi limitatamente ai redditi d’impresa e lavoro autonomo, con importi pari a zero, in relazione ai periodi successivi all’anno di effettiva cessazione dell’attività che risulta dal modello F24.
Per coloro che perdono l’occasione, il futuro riserva la chiusura d’ufficio della partita Iva e una sanzione che può raggiungere quota 2.065 euro.
Come compilare il modello di pagamento
Qualche istruzione per inserire correttamente i dati nell’“F24 Elementi identificativi”. Nella sezione “Contribuente” devono essere indicati il codice fiscale e le informazioni anagrafiche di chi effettua il versamento e, nella sezione “Erario ed altro”, la lettera “R” nel campo “tipo”, il numero della partita Iva da chiudere nel campo “elementi identificativi”, il codice tributo 8110 nel “codice”, l’anno di cessazione dell’attività nell’“anno di riferimento”.
Tutti i chiarimenti sulle modalità da seguire per la chiusura “privilegiata” delle partite Iva sono contenuti nella risoluzione 93/E del 21 settembre.
La procedura è facile, si risolve semplicemente con l’esecuzione del versamento tramite modello “F24 Elementi identificativi”. Tutto qui, non occorre neanche trasmettere all’Agenzia delle Entrate copia dell’attestato di pagamento né presentare la dichiarazione di cessata attività (modello AA7/10 per i soggetti diversi dalle persone fisiche, modello AA9/10 per le imprese individuali e i lavoratori autonomi). L’acquisizione nel sistema informativo dell’Anagrafe tributaria dei dati riportati nel modello F24 consente all’Amministrazione finanziaria di aggiornare la posizione del contribuente.
Requisiti e vantaggi
L’opportunità, lo ricordiamo, è per coloro che non hanno più ragione di essere titolari di partita Iva e che hanno dimenticato di farlo sapere al fisco. A prevederla l’articolo 23, comma 23, del decreto legge 98/2011.
Con il pagamento della sanzione minima, inoltre, vengono chiusi anche i conti riguardanti le irregolarità legate alla mancata presentazione delle dichiarazioni Iva e di quelle relative ai redditi limitatamente ai redditi d’impresa e lavoro autonomo, con importi pari a zero, in relazione ai periodi successivi all’anno di effettiva cessazione dell’attività che risulta dal modello F24.
Per coloro che perdono l’occasione, il futuro riserva la chiusura d’ufficio della partita Iva e una sanzione che può raggiungere quota 2.065 euro.
Come compilare il modello di pagamento
Qualche istruzione per inserire correttamente i dati nell’“F24 Elementi identificativi”. Nella sezione “Contribuente” devono essere indicati il codice fiscale e le informazioni anagrafiche di chi effettua il versamento e, nella sezione “Erario ed altro”, la lettera “R” nel campo “tipo”, il numero della partita Iva da chiudere nel campo “elementi identificativi”, il codice tributo 8110 nel “codice”, l’anno di cessazione dell’attività nell’“anno di riferimento”.
Tutti i chiarimenti sulle modalità da seguire per la chiusura “privilegiata” delle partite Iva sono contenuti nella risoluzione 93/E del 21 settembre.
Fonte. Anna Maria Badiali da nuovofiscooggi.it