Le forbici di Sua Maestà ritagliano a misura di crisi i nuovi tassi di interesse sulle imposte. Dal 27 gennaio prossimo pagare le tasse in ritardo costerà un po’ meno ai sudditi della regina. L’annuncio arriva dall’Hm Revenue & Customs, l’agenzia delle Entrate britannica, che se con un braccio allunga la carota ai contribuenti britannici, dall’altro però non manca di agitare il bastone. Anche gli interessi pagati sui rimborsi fiscali subiranno, infatti, un ritocco all’ingiù, in omaggio al nuovo corso anti-inflazionistico della politica monetaria inaugurato dalla Banca d’Inghilterra per scongiurare il rischio sempre più imminente della recessione. Un menù a base di tagli sostanziosi al costo del denaro, che non più tardi di due settimane fa è stato ridotto di mezzo punto percentuale, passando all’1,5 per cento, il livello più basso da quando la banca centrale inglese è stata fondata, circa trecento anni fa. Una mossa, quella della Bank of England, subito ripresa dal Fisco della Corona grazie a una modifica legislativa approvata nel dicembre scorso, che permette di adeguare i tassi nell’arco di tredici giorni lavorativi, con un considerevole risparmio di tempo rispetto ai circa trenta giorni impiegati prima.
La decisione dell’agenzia britannica delle Entrate
In particolare, l’Hm Revenue & Customs ha tagliato dal 4,5 al 3 per cento la misura degli interessi su tutti i tributi diretti, indiretti e sui contributi per l’assicurazione nazionale pagati oltre la scadenza, dall’imposta sul reddito delle persone fisiche alla tassa sui capital gains, passando per l’imposta di bollo. Rientrano in quest’ampia casistica anche gli interessi sui crediti d’imposta non dovuti nei casi di frode e negligenza sulle sanzioni comminate o in caso di accertamento con adesione. Parallelamente, gli interessi pagati ai contribuenti sui versamenti eccedenti di imposte dirette e indirette e di contributi assicurativi scendono dallo 0,75 per cento a quota 0.
La tassa sul reddito delle imprese
Una sforbiciata meno drastica, ma comunque significativa, è già in vigore dal 19 gennaio scorso per gli interessi pagati trimestralmente sulla corporation tax, la tassa sul reddito delle imprese. Questi, infatti, sono passati dal 3 al 2,5 per cento, mentre contemporaneamente sono scesi dall’1,75 all’1,25 per cento i tassi pagati dall’agenzia delle Entrate per le somme che eccedono l’importo effettivamente dovuto o versate in anticipo.
E le altre tasse
Infine, anche gli interessi da pagare per la sottodichiarazione o i rimborsi eccedenti di Iva, diritti di volo, tassa sui premi assicurativi, tassa sui rifiuti, tasse sul cambiamento climatico e per lo sfruttamento del suolo sono calati dal 4,5 al 3 per cento. Inoltre se un errore ufficiale ha provocato un pagamento non dovuto, l’impossibilità di richiedere un credito o un ritardo nei rimborsi dell’Iva, della tassa sull’assicurazione, della tassa sui rifiuti, delle accise, dell’imposta sul cambiamento climatico e di quella sullo sfruttamento del suolo, il tasso di interesse legale si riduce di un punto, passando dall’1 allo 0 per cento.
Una strategia, quella dell’Amministrazione finanziaria inglese, che usa le forbici per adeguarsi tempestivamente al mercato dei tassi, muovendosi in direzione di una sempre maggiore armonizzazione e semplificazione del regime degli interessi applicati nel Regno Unito.
Nuovo Fisco Oggi