Obiettivo pareggio di bilancio entro il 2011, crescita confermata allo 0,5% per il 2008, Robin Hood Tax come un "salvagente" contro ulteriori tagli alla spesa sociale. Sono alcuni dei punti toccati dal ministro Tremonti nel corso della conferenza stampa di presentazione della manovra triennale tenutasi oggi a Palazzo Chigi. Durante l’incontro con i giornalisti, moderato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il ministro non ha nascosto la soddisfazione per essere riuscito ad anticipare i tempi, portando addirittura a casa la manovra entro l’estate. Tempi stretti e manovra snella, dunque. Appuntamento a settembre per la presentazione "dell’involucro formale" – come ha detto lo stesso Tremonti – ovvero la Legge finanziaria 2009 insieme al Ddl bilancio.
La stabilizzazione dei conti, quindi, è il primo impegno del governo. "Un impegno – ha detto Tremonti – che la Repubblica italiana intende rispettare. Noi pensiamo – ha aggiunto – che diventando prima o poi, e speriamo prima che poi, meno avversa la congiuntura internazionale, l’agenda di Lisbona e il federalismo fiscale ci daranno lo spazio e le risorse per avere maggiori entrate e minori spese per finanziare, entro la legislatura, gli impegni che abbiamo assunto in campagna elettorale". La manovra ammonta a 34,8 miliardi di euro, di cui 13,1 sono previsti per il 2009, 7,1 per il 2010 e 14,6 miliardi per il 2011.
Secondo il ministro, inoltre, la crescita italiana è confermata per quest’anno allo 0,5%, coerentemente con le previsioni contenute nel Dpef. "Viviamo in una fase con alto tasso di incertezza – ha spiegato il titolare di Via XX Settembre, escludendo un peggioramento del quadro economico internazionale che possa avere effetti sulla crescita italiana – ma le cifre sono confermate”. L’anticipo della manovra è poi definito "strategico" nella logica europea oltre che saggio per il nostro Paese. Tremonti ha ricordato a questo proposito che anche la Francia si appresta ad adottare il modello italiano di "pianificazione triennale" dei conti pubblici.
Ma è la Robin hood tax a dominare la scena. Una misura che farà entrare nelle casse dello Stato circa 4 miliardi di euro, soldi che "servono per risparmiare tagli alla spesa sociale". E con una battuta il ministro si spinge oltreoceano, commentando la notizia apparsa sulla stampa di oggi secondo la quale anche Barack Obama avrebbe intenzione di tassare i redditi delle compagnie petrolifere: "Non intendiamo chiedere diritti d’autore al candidato alla presidenza degli Stati Uniti – ha scherzato Tremonti – ma lui vuole tassare i guadagni dei petrolieri per dare ad ogni famiglia americana mille dollari". La misura varata dal Governo prevede, a partire dal 2008, un’addizionale Ires del 5,5% per le società di capitali che hanno conseguito nel periodo d’imposta precedente ricavi superiori a 25 milioni e che operano nei settori, tra gli altri, della ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, della raffinazione del petrolio, produzione o commercializzazione di benzine. Escluse dal prelievo le imprese che usano fonti rinnovabili.
Chiara Ciranda e Giulia Marconi – Fisco Oggi